Potrebbe partire nel 2012 una versione tutta speciale di condivisione delle bici, che saranno dotate di navigatore satellitare, computer e collegamento con il cellulare. Potranno essere prese ovunque in città, senza bisogno di parcheggi dedicati
In giro per le città del futuro, si potrà condividere la bicicletta
senza possederne una. La potremo raccogliere appoggiata a un albero di
un viale sotto casa, dopo averla localizzata con Gps
e smartphone tra quelle disponibili nel nostro raggio d’azione. E
questa volta non la cercheremo al parcheggio o alla fermata
super-tecnologica del bike sharing
organizzato dal nostro comune di residenza. La social bike potrà
aspettare ovunque, davanti a un bar come vicino a un palazzo di uffici.
Ai giardini pubblici come davanti allo stadio. Senza il rischio che
nessuno la rubi. Iscrivendoci al servizio e identificandoci, con un
cellulare avremo tutti i codici di accesso per poterla usare.
E il futuro sembra davvero dietro la porta: se i fondatori newyorchesi di SoBi (Social Bycicles) riusciranno a raggranellare il capitale necessario per far partire la loro impresa, la prima flotta di velocipedi intelligenti e ultra-connessi arriverà a NewYork già nei prossimi mesi. Per ora si sono rivolti a Kickstarter, il sito per la raccolta fondi online più famoso al mondo. Hanno tempo fino a inizio agosto per raccogliere la cifra necessaria a far pedalare le loro bici: 75mila dollari.
Se ce la faranno, già a fine anno potranno completare la loro flotta di 60 biciclette da mettere a disposizione ai newyorchesi e nel 2012 potranno lanciare il loro servizio in altre città. In pratica funzionerà così: si potrà aderire dal sito di SoBi, ricevere le notifiche delle due ruote più vicine, pagare via microcredito o carta, ricevere via sms il codice per sbloccare la bici che si vuole usare. E poi pedalare.
Una volta giunti a destinazione, basterà scendere dalla bici (cambio Shimano a 3 velocità, sellino regolabile ma non estraibile, struttura in lega leggera) e lasciarla a disposizione per il cliente seguente. Non ci sarà bisogno dunque di un centro di raccolta delle biciclette, né di una stazione cui riportare il mezzo, come avviene per i servizi di bike sharing delle grandi città del mondo (come Parigi, Londra, ma anche Milano).
A fine viaggio, grazie all'incrocio dei dati del Gps con quelli quantitativi del nostro percorso, potremo arricchire tabelle e raccogliere dati sulle nostre biciclettate. E in un futuro neppure troppo lontano, lo stesso sistema potrebbe essere la base per raccogliere informazioni importanti sull'ambiente, sui flussi di traffico, sul livello di smog in città. Dati da condividere, magari, con l'amministrazione locale.
E il futuro sembra davvero dietro la porta: se i fondatori newyorchesi di SoBi (Social Bycicles) riusciranno a raggranellare il capitale necessario per far partire la loro impresa, la prima flotta di velocipedi intelligenti e ultra-connessi arriverà a NewYork già nei prossimi mesi. Per ora si sono rivolti a Kickstarter, il sito per la raccolta fondi online più famoso al mondo. Hanno tempo fino a inizio agosto per raccogliere la cifra necessaria a far pedalare le loro bici: 75mila dollari.
Se ce la faranno, già a fine anno potranno completare la loro flotta di 60 biciclette da mettere a disposizione ai newyorchesi e nel 2012 potranno lanciare il loro servizio in altre città. In pratica funzionerà così: si potrà aderire dal sito di SoBi, ricevere le notifiche delle due ruote più vicine, pagare via microcredito o carta, ricevere via sms il codice per sbloccare la bici che si vuole usare. E poi pedalare.
Una volta giunti a destinazione, basterà scendere dalla bici (cambio Shimano a 3 velocità, sellino regolabile ma non estraibile, struttura in lega leggera) e lasciarla a disposizione per il cliente seguente. Non ci sarà bisogno dunque di un centro di raccolta delle biciclette, né di una stazione cui riportare il mezzo, come avviene per i servizi di bike sharing delle grandi città del mondo (come Parigi, Londra, ma anche Milano).
A fine viaggio, grazie all'incrocio dei dati del Gps con quelli quantitativi del nostro percorso, potremo arricchire tabelle e raccogliere dati sulle nostre biciclettate. E in un futuro neppure troppo lontano, lo stesso sistema potrebbe essere la base per raccogliere informazioni importanti sull'ambiente, sui flussi di traffico, sul livello di smog in città. Dati da condividere, magari, con l'amministrazione locale.
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