domenica 28 maggio 2006

La Spagna non dimentica il Berluska

La Spagna non dimentica Berlusconi
Telecinco. La magistratura iberica chiede la ripresa del processo ''All Iberian'' a carico dell'ex premier e di Dell'Utri. L'immunità politica che lo aveva interrotto è infatti finita

sabato 20 maggio 2006

Pochi gli ingredienti per far felice un forzaitaliota

Non ci vuole molto per far contento un idiota .... (ops forzaitaliota):


1) telefonino ultimo modello
2) donne nude in tv
3) un patetico "condottiero" che li rassicura che tutto vada bene
4) raccontare che l'italia è impegnata in una missione di pace facendo credere che non è in guerra
5) garantire la sicurezza di non far pagare le tasse ai ricchi
6) far credere che la televisione del futuro si basi sul digitale terrestre


 



venerdì 19 maggio 2006

Il SI dei Senatori a Vita e gli insulti del vero coglione

«Immorale» che i senatori a vita votino la fiducia a un governo? La Costituzione non lo dice di certo. E tanto meno la prassi.


Nel 1994, quando il Senato votò la fiducia al primo governo Berlusconi, i senatori a vita erano 11. Berlusconi ottenne una maggioranza risicata 159 voti, contro i 153 dell'opposizione. Tre voti a favore del governo vennero dai senatori a vita: Giovanni Leone, Francesco Cossiga e Giovanni Agnelli si schierarono con la nuova maggioranza. Tre anche i contrari, Giulio Andreotti, Francesco De Martino e Leo Valiani, mentre Giovanni Spadolini e Paolo Emilio Taviani si astennero e altri tre (Carlo Bo, Norberto Bobbio e Amintore Fanfani) erano assenti per problemi di salute.


Del resto, in quasi sessant´anni di vita parlamentare, mai i senatori a vita hanno rinunciato ad esercitare il loro diritto ad esprimersi nell´aula di palazzo Madama. E non lo hanno fatto neanche stavolta. Il regolamento del Senato, tra l´altro, equipara il voto di astensione ad un voto contrario. Dunque per non incidere sulla fiducia a un nuovo governo, i senatori a vita dovrebbero rinunciare a partecipare alla seduta. Andarsene, scomparire, rinunciando di fatto ai loro diritti di senatori.



Eppure il vero coglione d'Italia non si smentisce mai:


«Immorale, corrotto e parassita» - fischi e insulti dalla Cdl e Berlusconi


Dieci voti di scarto: il governo Prodi incassa la fiducia del Senato con 165 favorevoli e 155 contrari. Nelle dichiarazioni di voto sì compatto dei senatori a vita. La destra li fischia e insulta, Berlusconi attacca: «Immorali». Ciampi incluso. Marini: giudizi inaccettabili. Prodi: mancanza di rispetto. Fassino: non hanno senso dello Stato.


 

Il vero coglione


Tanti coglioni non ti hanno votato.
Tanti coglioni non hanno creduto
Tanti coglioni si sono rotti delle tue pagliacciate
Il vero coglione sei tu, che da ex presidente hai la
faccia tosta di dire che non pagherai le tasse
perchè non sei rappresentato in parlamento.
Noi sappiamo invece che tu le tasse non le hai
mai pagate fino in fondo, hai sempre pagato quel che ti
faceva comodo denunciare. Ti sei avvalso dei condoni e
dei falsi in bilancio per nasconderci quanto ti sei
arricchito alle nostre spalle.


Ti sei costruito una super mega fortezza
devastando le coste della bellissa Sardegna.
Ti credi tanto furbo, ma tutti i nodi verranno al pettine.
Tempo al tempo, aspetteremo nel vederti passare
nel fiume.
E dato che tu l'hai detto a tutti, credo possa dire anche io
senza nessun rispetto: Guardate in faccia il vero coglione e ricordatevi di lui

venerdì 12 maggio 2006

Felicità

Felicità non é avere tutto ciò che si desidera, ma desiderare tutto ciò che si ha.


Felicità non è fare sempre ciò che si vuole, ma volere sempre ciò che si fa.


Felicità sta nel conoscere i propri limiti ed amarli.


Il divertimento è la felicità di chi non sa pensare.


Il piacere può fondarsi sull'illusione, ma la felicità riposa sulla verità.


Il segreto per essere infelici è di avere il tempo di chiedersi continuamente se si è felici o no.


La felicità è come un gatto che corre dietro alla sua coda. Più la rincorre e più gli sfugge. Ma quando s'impegna in altre cose, la coda gli viene dietro ovunque lui vada.


La felicità e l'infelicità degli uomini dipende tanto dalla loro buona sorte quanto dal loro umore.


La felicità è nascosta dappertutto. Basta scovarla.


La felicità è un gioire quieto duraturo per piccoli eventi.


La felicità è una condizione di equilibrio perfetto tra la realizzazione delle nostre aspirazioni e quanto gli altri ci chiedono.


La felicità non consiste nell'acquistare e nel godere, ma nel non desiderare nulla, perché consiste nell'essere liberi


La felicità non è un traguardo, ma un metodo di vita.


La felicità più grande non sta nel non cadere mai, ma nel risollevarsi sempre dopo una caduta.


La felicità spesso si insinua attraverso una porta che non sapevate di aver lasciato aperta.


La felicità non è nelle cose, è in noi.


La vera felicità è la pace con se stessi. E, per averla, non bisogna tradire la propria natura.


Le persone più felici sembrano essere quelle che non hanno motivi particolari per essere felici se non quello stesso di esserlo.


Non volendo pensare a quello che mi porterà il domani, mi sento libero come un uccello.


Non è felice chi non pensa di esserlo.


Se vogliamo essere felici, possiamo esserlo adesso, perchè la chiave della felicità è nascosta dentro di noi. Essa non dipende dagli avvenimenti che ci capitano ma dal modo in cui li percepiamo e li affrontiamo.









Sii sempre sordo !!!

Sii sempre sordo
quando qualcuno ti dice
che non puoi
realizzare i tuoi sogni.

mercoledì 10 maggio 2006

Berlusconi tra neofascismo e disobbedienza

Berlusconi tra neofascismo e disobbedienza
Eduardo Rina: fonte
www.centomovimenti.com


Le dichiarazioni e gli atteggiamenti degli esponenti del centrodestra, alla vigilia e subito dopo il voto per l'elezione del Presidente della Repubblica, sono preoccupanti e, per diversi aspetti, addirittura inquietanti.
Scontate e archiviate le dichiarazioni "anticomuniste" di Berlusconi, ripetutamente rilanciate dal "ventriloquo" Bondi. Ma la cosa che inquieta, proprio in questi minuti successivi alla fresca elezione di Giorgio Napolitano, sono le dichiarazioni rancorose e minacciose di Berlusconi, Calderoli e, udite udite, anche del Ministro Pisanu.


Bellachioma continua a ribadire che ha la "maggioranza" del paese e che ricorrerà all'incitamento alla "disobbedienza fiscale". Calderoli dichiara che "non riconosce l'elezione e, quindi, la legittimità, del nuovo Presidente". Pisanu sostiene che "la sinistra non ha tenuto conto della divisione del Paese" e quindi ciò non può non avere conseguenze sugli scenari della politica.


  
Vedremo nei prossimi giorni e nelle prossime settimane cosa ci "riserveranno" nel Parlamento e nel Paese questi nuovi "disobbedienti" della politica italiana.
Intanto non sottovaluterei queste minacciose affermazioni e, subito dopo la formazione del nuovo governo Prodi, comincerei a porre mano a provvedimenti legislativi che "ripristino" le necessarie condizioni di "democrazia" nell'uso dei potentissimi mezzi di comunicazione televisivi al servizio del grande imbonitore.


Minimizzare o sottovalutare questo aspetto fondamentale dell'"anomalia italiana" significherebbe prepararsi a intonare il "de profundis" di Prodi, del centrosinistra e della democrazia italiana.
L'opera primaria a cui porre mano è convincersi che solo "la partecipazione attiva dei cittadini" e la rivitalizzazione degli strumenti democratici può accompagnare questi primi difficilissimi mesi di ricostruzione di un Paese imbonito dal linguaggio eversivo di questi nuovi fascisti!
Ricominciando a chiamarli proprio per nome!

Abolizione Costi Ricarica Telefoni Cellulari: Firma la Petizione

To: COMMISSIONE EUROPEA - DIPARTIMENTO CONCORRENZA, MERCATO E CONSUMATORI - AUTORITA' ITALIANA GARANTE DEL MERCATO E DELLA CONCORRENZA
PER L'ABOLIZIONE DEI COSTI DI RICARICA PER I TELEFONI CELLULARI

E' una cosa che accade solo in Italia mentre in tutti gli altri paesi Europei si paga ciò che si consuma.

In Italia oltre al consumo devi anche pagare il "costo della ricarica" che altro non è che un'invenzione dei gestori telefonici per fare ancora piu' soldi a scapito di noi consumatori

CON QUESTA PETIZIONE I FIRMATARI CHIEDONO L'ABOLIZIONE DI QUESTI FAMOSI COSTI DI RICARICA,ANOMALIA TUTTA ITALIANA!

firma la petizione
http://www.petitiononline.com/costidir/petition.html



per saperne di più
http://punto-informatico.it/p.asp?id=1473614&r=Telefonia

martedì 9 maggio 2006

Vota SI al Referendum per la costituzione


Prima di andare a Votare
informati sul perchè è necessario
VOTARE SI PER SALVARE IL NOSTRO FUTURO
.


Scarica il libretto sulla Riforma che uccide la Costituzione

E se avesse vinto la destra ?

Tutte queste menate.
Ma credete che se avesse vinto la destra le elezioni politiche del 2006, avvrebbero chiesto parere alla minoranza per l'elezione del presidente della camera, del senato e della repubblica ?


Ipotizzando utopicamente la vittoria delle elezioni politiche del 2006, da parte della destra avremmo avuto quasi probabilmente Previti presidente della Camera, Dell'Utri presidente del Senato e Silvio Berlusconi Presidente della Repubblica.


E se la sinistra avesse chiesto una rosa di nomi per il presidente della repubblica, cosa ci avrebbero probabilmente proposto?


Forse Provenzano, Totò Rina, Berlusconi.


 

CDL divisa in INI e ONI

Come sempre l'expresidente del Consiglio, vuole dettare le sue regole. Molte disccussioni per eleggere una figura di garanzia proposta tra l'altro dall'Unione.
Come sempre l'expresidente che non vuole mollare il suo potere, l'uomo che si è costruito all'ultimo momento la leggina meschina della carcerazione a domicilio per gli ultra settantenni vuole creare divisione nel paese.
E questa volta a sua insaputa, forse sbagliando le sue previsioni, sta costruendo la grande spaccadura che dividerà la CDL nell'Asse INI e nell'Asse ONI.
(Fini-Casini) e (Berlusconi - Maroni).
Non c'è che dire, chi prima delle elezioni politiche, mediaticamente ha detto che non lo avrebbero votato i COGLIONI, in questa elezione del Presidente della Repubblica a costo di spaccare e dividere un' Italia che divisa non è, quell'asse di ONI si stanno dimostrando dei grandi Coglioni.

martedì 2 maggio 2006

Opinioni illustri per dire NO al REFERENDUM sulla Costituzione


HANNO DETTO...



Le modifiche costituzionali introdotte prefigurano una Repubblica di tipo bonapartista e riecheggiano per certi aspetti le Leggi Fascistissime del 1925



Carla Voltolina, vedova Pertini



Quello che accade, accade non tanto perché una minoranza vuole che accada, quanto piuttosto perché la gran parte dei cittadini ha rinunciato alle sue responsabilità e ha lasciato che le cose accadessero



Antonio Gramsci



Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei lager dove furono sterminati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì col pensiero, perchè lì è nata la nostra Costituzione.



Piero Calamandrei



La Costituzione è il fondamento della Repubblica democratica. Se cade dal cuore del popolo, se non è rispettata dalle autorità politiche, se non è difesa dal Governo e dal Parlamento, se è manomessa dai partiti verrà a mancare il terreno sodo sul quale sono fabbricate le nostre istituzioni e ancorate le nostre libertà. Don Luigi Sturzo, Discorso al Senato del 27 giugno 1957



Dobbiamo impedire ad una maggioranza che non ha ricevuto alcun mandato al riguardo, di mutare la nostra Costituzione: si arrogherebbe un compito che solo una nuova Assemblea Costituente, programmaticamente eletta per questo, e a sistema proporzionale, potrebbe assolvere come veramente rappresentative di tutto il nostro popolo. Altrimenti sarebbe un autentico colpo di stato.



Giuseppe Dossetti





La riforma della destra prevede il premierato assoluto in una Costituzione incostituzionale, nel senso che si daranno poteri assoluti ad un premier eletto direttamente, distruggendo il sistema dei freni e dei contrappesi che è la ragion d'essere di una Costituzione.



Giovanni Sartori



L'Italia diventerebbe un sistema in cui il popolo è libero solo il giorno in cui vota mentre è schiavo tutti gli altri giorni. Siamo impiccati al voto di un giorno. Per il resto potremmo andare al mare, tanto c'è un uomo solo al comando. Una presa di potere, non una riforma. Una concentrazione di poteri inedita, se non si fa riferimento al ventennio fascista. Un caso unico in Europa. Altro che presidenzialismo o semi-presidenzialismo!



Leopoldo Elia



Un allontanamento tout court dalla forma democratica.



Umberto Allegretti



Oggi se il Parlamento vota la sfiducia al governo, va a casa il governo. Con questa riforma se il Parlamento vota la sfiducia al governo, va a casa il Parlamento!



Sergio Mattarella



Il sogno autoritario di avere un'assemblea legislativa solo per approvare, asservita e ridotta all'ubbidiente esecuzione della volontà del premier.



Lorenza Carlassare



Torna alla memoria quel monito di Dossetti che cercava di metterci in guardia da un nuovo fascismo, inteso come il consolidamento di un potere esecutivo che non accetta alcun limite, né il controllo di legalità, né il pluralismo dell'informazione, né la sovranità del Parlamento, né le prerogative del Presidente della Repubblica. Le riforme della Costituzione devono essere compatibili col patto costituzionale. E il patto costituzionale si può riassumere in un concetto: la necessità di sottoporre il potere a limiti e regole. Se invece si vuole uscire dallo Stato di Diritto lo si dica.



Franco Monaco





Una delega totalitaria al primo ministro. C'è il rischio di un'involuzione autoritaria nella riforma della casa delle libertà, non tanto perchè mirano a rafforzare il Primo Ministro e la sua maggioranza, quanto perchè, per farlo, erodono lo spazio dei poteri bilancianti e negano spazio alla democrazia partecipativa.



Giuliano Amato



La dittatura elettiva di un uomo solo non è una forma di democrazia, ne è la negazione. Specie se a quest'uomo, insieme a tutto il potere esecutivo, si dà il potere di condizionare chi fa le leggi [con il continuo ricatto dello scioglimento delle Camere n.d.r]. Gli si dà il potere di decidere sulle regole democratiche, sui diritti e le libertà dei cittadini, sul sistema dell'informazione, sull'indipendenza della magistratura.



Franco Bassanini



Questa riforma costituzionale è una merce di scambio fra le varie componenti del centro-destra.



Rosy Bindi



La devolution è inaccettabile secondo quel modello di federalismo cooperativo e solidale in cui crediamo. C'è il rischio di sperequazioni territoriali fra nord e sud nel godimento di diritto fondamentali che dovrebbero invece essere di tutti.



Epifani, Pezzotta, Angeletti


Cosa ci racconteranno coloro che vogliono distruggere la Costituzione Italiana ?


COSA CI RACCONTERANNO COLORO CHE VOGLIONO DISTRUGGERE LA COSTITUZIONE ITALIANA ?



In occasione della campagna referendaria le forze politiche che hanno promosso lo stravolgimento della Costituzione porteranno a sostegno del SI argomenti che possono trarre in inganno sulla reale portata della riforma.






I cittadini avranno più potere perché decideranno direttamente chi li governerà





In realtà i cittadini conteranno qualcosa solo il giorno del voto, e sappiamo bene come funzionano le campagne elettorali fatte di promesse che non saranno mantenute. Questo è ancora più pericoloso in un Paese in cui una sola persona, Berlusconi, è padrone di più della metà di tutti i mezzi di comunicazione: TV, editoria, giornali e radio.


Anche Mussolini e Hitler andarono al potere col favore del popolo ingannato. Solo un efficace sistema di controlli democratici e contrappesi istituzionali garantisce la democrazia.





Con la nuova Costituzione ci saranno meno parlamentari da pagare





E’ già stato calcolato che la moltiplicazione delle strutture amministrative dovuta alla cosiddetta ’devolution’ comporterà una crescita enorme delle spese, ben superiore al ‘risparmio’ di qualche indennità parlamentare. Inoltre ai Senatori dovranno essere aggiunti i membri ‘senza voto’ del Senato.





Ci sarà stabilità e mai più ribaltoni





Il governo Berlusconi ha visto avvicendarsi sette responsabili di ministeri importanti; questa è stabilità? Se per stabilità si intende che il Primo Ministro fa ciò che vuole, servirà solo a far passare, come è già accaduto, leggi ‘ad personam’ che favoriscono pochi a danno di tutti. E magari anche leggi che fanno arricchire il Primo Ministro e le sue aziende. E’ questa la ‘stabilità’ che vogliamo?






Col federalismo, ogni regione paga per sè e così finisce l’assistenzialismo





Lo spezzettamento delle competenze fra le Regioni in materie fondamentali come la salute, l’assistenza, la scuola e la polizia locale rischia non solo di creare grandi discriminazioni fra i cittadini, ma anche molti contenziosi e una generale caduta del livello dei servizi.


Cosa accadrà a un cittadino che subisce un infortunio in una regione diversa da quella di residenza? Potrà godere dell’assistenza gratuita?


E i titoli di studio rilasciati da una regione saranno accettati in regioni diverse, con piani di studio diversi?


Il federalismo è storicamente lo stadio intermedio per la costituzione di stati unitari a partire da più strutture indipendenti; per la prima volta servirà invece a dividere uno Stato faticosamente unificato.



La sinistra ha già fatto la sua riforma costituzionale con pochi voti di scarto e sul finire della legislatura, quindi che titolo ha per contrastare la nostra?



La riforma del Titolo V della Costituzione attuata dal governo di centro-sinistra era di portata molto minore perchè riguardava solo una quindicina di articoli e un singolo aspetto istituzionale (il decentramento dei poteri alle regioni). Non modificava un terzo dell'intera Costituzione come invece fa questa riforma della destra. Inoltre la riforma del centro-sinistra nasceva da due anni di confronto nella bicamerale con i partiti del centro-destra. Confronto che invece è stato del tutto assente in questa riforma voluta, scritta e imposta solamente dalla destra.





La riforma tocca solo la parte seconda della Costituzione






Anche questo non è vero: modificando gli equilibri fra i poteri e la composizione di organismi come la Corte Costituzionale e il CSM essa incide sulla concreta possibilità di far valere i Principi Fondamentali che costituiscono la Parte Prima. Basti un esempio: nella prima parte il diritto alla salute è riconosciuto a tutti gli italiani, ma con la devolution ci saranno 20 sistemi sanitari diversi e le regioni povere non potranno garantirlo. Stesso discorso per il diritto all'istruzione, con un dilemma in più: i titoli di studio di una regione saranno riconosciuti nelle altre?


Perché Votare NO al REFERENDUM


IN COSA CONSISTE LA COSIDDETTA "RIFORMA" SULLA COSTITUZIONE E PERCHE' E GIUSTO VOTARE NO ??





FORMA DI GOVERNO E SUPER-PREMIER






Diviene automaticamente Primo Ministro il capo del partito che ottiene la maggioranza, anche relativa, alle elezioni della Camera. Il primo ministro nomina e revoca i ministri, determina (e non più dirige) la politica generale del governo e l'attività dei ministri. Si tratta di un primo ministro "assoluto" con immensi poteri: è legittimato di fatto da un'elezione diretta, può sciogliere la Camera a suo piacimento (o può chiedere che lo faccia il Presidente della Repubblica senza che questo possa negarglielo), non ha più bisogno della fiducia del Parlamento per insediarsi, determina la politica del governo, il Capo dello Stato deve affidargli automaticamente la formazione del governo.


Il governo, e quindi il suo capo, finirà per assumere anche il potere legislativo, oltre a quello esecutivo, perchè deciderà su quali provvedimenti riterrà indispensabili e su di essi potrà chiedere la fiducia. Se non l'otterrà potrà sciogliere la Camera. È facile comprendere che questo rifiuto sarà molto improbabile.


Questa figura è unica in Europa perchè ai poteri del primo ministro non si accompagnano contrappesi adeguati né un rafforzamento delle figure di garanzia. Non esiste in nessun paese europeo l'elezione diretta del primo ministro. Il premier all'italiana sommerà i poteri del presidente degli Stati Uniti, del cancelliere tedesco e del primo ministro britannico ma non incontrerà nessuno dei limiti e dei contrappesi che rendono accettabili il presidenzialismo americano, il cancellierato tedesco e il premierato inglese.


La Camera può, in teoria, votare la sfiducia al governo a patto però di aver già individuato, ma solo nell'ambito della stessa maggioranza, un nuovo premier.


Il Senato diventa "federale" ma i rappresentati delle Regioni partecipano alla sua attività senza avere diritto di voto. Il Senato federale si occupa solo delle leggi regionali. Il singolo parlamentare così, a dispetto di quello che dice l'articolo 67 della Costituzione, non è più il rappresentante di tutta la Nazione e vede limitarsi la capacità di incidere nella dialettica politica.






ISTITUZIONI DI GARANZIA





Tutte le istituzioni di garanzia (Presidenza della Repubblica, Corte Costituzionale, Consiglio Superiore della Magistratura e il Parlamento stesso) risultano indebolite. In particolare:



- Presidente della Repubblica: diventa una figura puramente rappresentativa, perde infatti il potere di sciogliere le Camere, di dare l'incarico di formare il governo, di autorizzare la presentazione dei disegni di legge governativi. Il Presidente Oscar Luigi Scalfaro sostiene che con questa riforma il Presidente della Repubblica "viene lasciato in canottiera". Il Capo dello Stato diventa un semplice notaio che mette le firme sotto le richieste del primo ministro. Nel testo della riforma è scritto che egli è il garante dell'unità federale dello Stato, ma senza dire in che modi e con quali poteri.



- Consiglio Superiore della Magistratura (CSM): metà dei giudici saranno eletti dal Parlamento ma mentre la Costituzione del '48 prevede che possano essere eletti solo professori universitari di materie giuridiche o avvocati con almeno 15 anni di esercizio, il testo della riforma non specifica nulla. Ciò significa che si potranno eleggere al CSM anche politici "puri" senza competenza giuridica, col forte di rischio di legare l'organo di autogoverno della magistratura alla maggioranza di governo, facendogli perdere indipendenza ed autonomia.



- Corte Costituzionale: anche qui aumenta il controllo del governo sull'Alta Corte. Nella Costituzione del '48, infatti, i 15 alti magistrati erano eletti 5 dal Presidente della Repubblica, 5 dalla magistratura, e 5 dal Parlamento. Adesso invece la riforma prevede che i magistrati di nomina politica aumentino da 5 a 7. La Corte subirà così le pressioni e gli indirizzi imposti dal premier e dal suo governo.






ITER LEGISLATIVO





Il percorso di formazione delle leggi diventerà caotico e causerà spesso lo stallo dell'attività legislativa. Si passa infatti a un bicameralismo differenziato. Ci saranno leggi di competenza della Camera (legislazione esclusiva dello stato), altre del Senato federale (legislazione concorrente) e altre ancora bicamerali. Non si sa ancora chi avrà l'ultima parola su leggi che riguardino più materie. In caso di conflitto di competenza fra Camera e Senato la decisione passa ai presidenti di Camera e Senato. Se entrambi però non saranno d'accordo allora si nominerà una "commissione paritetica" che funzionerà come una terza camera. Le leggi approvate dal Senato sono soggette a una limitazione: il governo può modificarle se lo ritiene opportuno ma se il Senato respinge queste modifiche allora si nominerà un'altra commissione paritetica.



COMPETENZE DELLE REGIONI, DETTA "DEVOLUTION"



Con questo orrendo termine (che però sa tanto di moderno) si definisce il federalismo di stampo leghista. Le regioni avranno potestà legislativa esclusiva in materia di sanità, scuola (gestione degli istituti e dei programmi scolastici a interesse regionale), polizia e ogni altra materia non riservata allo Stato. Questa impostazione comporta una confusione di ruoli e competenze con un inevitabile aumento dei conflitti fra istituzioni locali e centrali. Ma soprattutto smantellerà l'unitarietà e l'universalità dei diritti fondamentali che non saranno più uguali per tutti i cittadini, ma diversi da regione a regione, esasperando le differenze fra zone ricche e zone povere.


Perché Salvare la Costiruzione ?


La Costituzione italiana è stata promulgata nel 1948 e porta tre firme che rappresentano l'intero arco politico democratico: De Nicola (Presidente della Repubblica e liberale), De Gasperi (Presidente del Consiglio e cattolico), Terracini (Presidente della Costituente e marxista). Ossia tutte quelle forze politiche che il fascismo aveva escluso per vent'anni dalla vita pubblica e che, seppur molto diverse fra loro, si riconoscevano in un comune progetto democratico: nella Costituzione si ritrova l'Italia liberata, repubblicana e anti-fascista. Si può dire che lo spirito della Costituzione è stato, per unità e condivisione, uno dei miracoli della storia italiana. Anche per questo, a tutt'oggi, la Costituzione italiana del '48 viene considerata una delle più moderne ed avanzate del mondo.


Al tavolo della costituente lavorarono, per 18 mesi, 556 parlamentari e giuristi democraticamente eletti e rappresentanti di tutte le culture.


Oggi, una maggioranza parlamentare eletta nel 2001 solo dal 38% dei cittadini, ha affidato a solo 4 persone (i "saggi" Calderoli, Nania, D'onofrio e Pastore) l’incarico di scrivere un disegno di legge che scardina la Costituzione con la modifica di ben 53 articoli su 138! Per questo motivo è sbagliato parlare di "riforma" (cosa tra l'altro prevista dall'art. 138 ma per semplici aggiornamenti). Si tratta infatti di un totale stravolgimento del testo costituzionale tale da configurarsi come una Nuova Costituzione, del tutto diversa dalla precedente. Durante i vari passaggi parlamentari non c'è stato nessun confronto con l'opposizione (ossia con i rappresentanti di più della metà del popolo italiano). La riforma è stata imposta a colpi di maggioranza sotto i continui ricatti della Lega Nord. Un'operazione di mercanteggiamento tutta interna alla destra: la devolution per la Lega, il premierato per AN, il parlamento debole per Forza Italia.


Pensare di riscrivere il testo base della convivenza civile di un Paese senza tenere in minimo conto le ragioni delle altre forze politiche e basandosi solo sulla forza dei propri numeri è un'operazione sciagurata che non potrà certo garantire stabilità e serenità alla futura vita politica italiana.



Per questo è necessario impegnarsi tutti perché questa "riforma" venga bocciata, firmando la richiesta di referendum e poi votando NO alla conferma della riforma.


TV di Qualità: Se non ora quando ?

Riporto questo articolo trovato su Megachip, il quale è stato ripreso da un articolo apparso su articolo21. Ritengo utile amplificarlo e mi auguro che altri bloggisti lo riamplifichino sui propri blog. Molti ne parleranno, maggiore sarà la possibilità e la speranza di ritornare ad avere radio e televisioni che si svuotino di spazzatura e che si riempiano di cultura.

S'ode a sinistra uno squillo di tromba: «Venderemo due reti Mediaset...», s'ode a destra uno squillo di tromba: «Faremo dimagrire la Rai...». Non s'ode affatto lo squillo più ovvio: «Faremo diminuire la quantità di spazzatura che ha invaso le reti quelle vecchie, quelle nuove e quelle nuovissime...». Ci sono stati anni nei quali della tv e dei suoi programmi parlavano, anche e soprattutto, i migliori talenti della cultura, del cinema, dell'audiovisivo, del giornalismo, delle università. Adesso è diventata una questione quasi privata appaltata a noi politici, più o meno esperti, ad un manipolo di maniaci del genere, a qualche affezionato e, in modo particolare, ad uno strettissimo giro di proprietari, di appaltatori, di pubblicitari, che sono diventati i veri signori e padroni non solo dell'auditel ma anche della nostra giornata mediatica.
 
La comunità degli autori e l'interesse generale ad un sistema della comunicazione libero, sobrio, elegante, (che nostalgia degli Andrea Barbato!), sembrano astruserie d'altri tempi e anticaglie da nascondere in soffitta. Eppure dovremo avere la forza di ripartire da qui; di rimettere al centro della nostra riflessione e della nostra azione la qualità delle produzioni che viaggiano nella rete. La tv (e la radio) può farci credere di essere diventati i protagonisti di una fiction o meglio i protagonisti di una grande catena tesa a organizzare il consumo e la spesa, assunti come i valori dominanti. La stessa tv, senza rinnegare la finzione e il consumo, può anche proporci o meglio riproporci altri valori quali la tensione critica, il dubbio, la solidarietà, la curiosità verso il mondo e verso ogni mondo anche il più lontano e sconosciuto. Può farlo utilizzando tutte le tastiere offerte dalle tecnologie e dalle arti e senza tagliare neanche la lingua più scomoda e persino ostica da ascoltare. In questi giorni si è riaperto il dibattito sul futuro della Rai.


Approfittiamone per correggere gli errori del passato, anche i miei. Facciamo davvero tutti un passo indietro. Liberiamo l'impresa da ogni ipoteca di parte e consentiamo al gruppo dirigente di scegliere un direttore generale che sia percepito, dentro e fuori l'azienda, non per la sua presunta appartenenza a qualcosa o a qualcuno, ma per una limpida e rigorosa biografia da amministratore, da manager, per una assoluta attenzione ai temi della qualità e della produzione culturale, della innovazione tecnologica e industriale. Questo futuro direttore generale si impegni a far rientrare subito i cacciati, da Biagi alla Guzzanti, da Luttazzi a Freccero..., e invece di organizzare una squadra di «tagliatori di teste», individui una squadra di «cacciatori di teste», capace di scovare nuovi talenti nuove idee, nuovi format, magari prodotti in casa. Chiami a raccolta gli Stati generali dell'editoria, del cinema, dell'associazionismo, e dell'audiovisivo, e registri e ascolti le suggestioni e le proposte di tanta parte della cultura nazionale. Provi ad aprire le vecchie e le nuove reti a linguaggi, ricerche, temi e soggetti sociali che sono stati cancellati. Il prossimo governo del Paese abbia un vero e proprio assillo per ristabilire un positivo circuito tra le politiche culturali, le attività formative e i processi comunicativi. In questo modo si potrebbe finalmente riaprire una competizione sui modelli qualitativi, sulla creatività, sulla capacità di promuovere l'originalità e il coraggio, non solo l'omologazione e l'ossequio al potente di turno.


Il mondo degli autori e tanta parte dei cittadini spettatori non attende il nome di un direttore generale amico, ma aspetta invece con ansia che dalla lotta per la quantità e si possa finalmente passare alla promozione della qualità, e non solo in tv. Se non ora, quando?



di Giuseppe Giulietti - deputato dell'Ulivo
da www.articolo21.info 

Evviva


Evviva, guardate che faccia !!!
Ci siamo liberati del NANO

lunedì 1 maggio 2006

Palestina sola e abbandonata

A Gaza manca l'acqua. In particolare tutto il nord della Striscia (Beit Hanoun, Beit Lahiya, Al Sakkah, Zemmo, Al Magheir, Al Sifa, AL Anatra, Al Qarya, Umm Al Maser) è senz'acqua, senza elettricità e senza linee telefoniche da una settimana, e nel resto della Striscia le cose non vanno certo meglio.
Tutte le infrastrutture sono state distrutte dai bombardamenti e quelle che potrebbero essere ripristinate non è possibile ripararle a causa dei continui bombardamenti e anche perché manca il materiale necessario poiché i valici sono chiusi.
Gaza come il ghetto di Varsavia. Gli israeliani come i nazisti. La storia non solo si ripete ma si ribalta.
Manca il cibo, i pescatori non possono pescare perché le navi israeliane gli sparano addosso, migliaia di polli sono stati uccisi per paura dell'aviaria che, il mese scorso, ha contagiato 11.000 tacchini in un kibbuz vicino a Gaza. Le merci marciscono nell'attesa che vengano aperti i passaggi di confine che rimangono chiusi.
Mancano le medicine. Per le strade restano brandelli di carne umana a marcire al sole.
E' crisi umanitaria.
Non si mangia, non si beve, non si dorme per le bombe o gli attacchi sonori.
Il milione e quattrocentomila palestinesi di Gaza vivono al di sotto della soglia di povertà.
La disoccupazione è salita al 45-48% e chi lavora non riceve salario a causa del blocco imposto da Israele, Usa e Ue.
Nelle ultime 3 settimane l'escalation militare ha causato decine e decine di morti e centinaia di feriti. Gli ospedali sono pieni ma non si sa come curare i feriti o i malati cronici perché non ci sono medicine.
L'unione dei medici algerini ha inviato, pochi giorni fa, 20 tonnellate di materiale medico: speriamo che gli israeliani non li requisiscano, non sarebbe la prima volta.
Gli obitori sono pieni, ma per Gaza non è una novità: già nel Maggio 2004, durante "l'operazione arcobaleno", c'erano stati così tanti morti che i cadaveri venivano adagiati sui pavimenti o nei contenitori per le patate e i pomodori.
Molti cadaveri rimangono all'aperto, molti feriti non vengono soccorsi perché sparano alle ambulanze. Si sta rischiando l'epidemia.
A Rafah, il 7 Aprile scorso, pioveva un missile ogni 10 secondi. 3 missili hanno colpito un'auto civile parcheggiata di fronte agli uffici dei Comitati di Resistenza Popolare.
Eyad Adu El-Einen, uno dei capi dei comitati, è rimasto ucciso all'istante insieme al figlioletto Bilal, 5 anni. Con loro sono morte altre 4 persone e i feriti erano 15.
Dico "erano" perché nei giorni seguenti sono deceduti. I loro corpi presentavano mutilazioni tali che il riconoscimento è stato difficilissimo.
Il giorno seguente sono rimasti uccisi 8 palestinesi.
In 2 giorni hanno sganciato su Gaza più di 900 missili.
In una settimana, solo i tank posizionati nella zona cuscinetto a nord della Striscia, hanno lanciato più di 2300 razzi.
La Resistenza Palestinese ha scagliato 10 Qassam e 1 Katyusha senza provocare danni a cose o persone
Bombardare le aree più densamente popolate è un preciso ordine di Mofaz, il ministro della guerra israeliano.
Nulla accade per caso, né la distruzione di infrastrutture civili (luce, acqua…case!) né il ridurre un popolo alla fame: punizioni collettive progettate a tavolino per punire chi ha scelto da chi farsi governare.
Hanno distrutto le serre, raso al suolo i campi coltivati, bersagliato le case, le officine, i negozi, le scuole, le sedi governative, persino un campo da calcio.
Hanno ucciso il bestiame, in un giorno 43 vacche.
Stanno bombardando per terra, per mare, per aria. Se esistesse qualche altro elemento bombarderebbero pure da quello.
Nella notte dell'11 Aprile, a Beit Lahyia, è stata colpita e distrutta un'abitazione civile dove viveva una famiglia di 15 persone.
Una bambina di 8 anni è morta, si chiamava Rahil Ghaban. Altri 13 membri della famiglia sono rimasti gravemente feriti: la madre incinta e i 12 figli dagli 1 ai 19 anni.
Il suo fratellino, Ahmed, 10 anni, ha perso un occhio.
Si è salvato solo il padre che è stato contattato da un funzionario dell'esercito israeliano che gli ha fatto una proposta: per compensare l'omicidio della piccola e la distruzione della sua casa gli ha offerto un lavoro in Israele.
L'uomo ha rifiutato. Ha risposto che il sangue di sua figlia non è barattabile.
Quel giorno ci sono stati altri 10 morti e molti, moltissimi feriti, in varie zone della Striscia.
Pacifisti israeliani, in particolare il gruppo Gush-Shalom di Ury Avnery, hanno manifestato in segno di protesta a Jaffa vicino alla Moschea Hassam Bek e a Tel Aviv davanti all'ambasciata degli Stati Uniti (immagini della manifestazione:
http://gush-shalom.org/pics/demo-12-4-06/ ).
I quotidiani israeliani si sono occupati molto marginalmente dell'omicidio di Rahil e del genocidio di Gaza. L'edizione di "Yediot Ahronot" del 12 Aprile ha raccontato la storia di Nelly, morta nel kibbuz Zmiin probabilmente per un infarto causato dal frastuono dei continui bombardamenti a Gaza. Con tutto il rispetto e l'incondizionato amore che provo per la sua razza…..Nelly era un cane.
Nei giorni seguenti – anche ora, mentre sto scrivendo – i bombardamenti non si sono mai fermati.
Non è stata - e non è - la solita rappresaglia dopo l'attentato suicida del 17 Aprile scorso, Gaza è sotto assedio da settimane.
La media è di 15 missili sganciati al minuto.
La Palestina è sempre più sola, sempre più abbandonata a se stessa.