mercoledì 22 giugno 2005

Zeta Lager - Realtà o Immaginazione ?

E ad un certo punto dell'esistenza in una galassia molto lontana dal nostro pianeta, un coglione di nome Mirkya si inventò che i non fumatori avevano tutti i diritti del mondo, mentre i fumatori erano invece senza diritto.
Su questo andazzo di merda, anche i datori di lavoro si adeguarono a questa legge infame che ghettizzava il fumatore.
In questo posto, negli ambienti di lavoro non esistevano stanze adeguate per aspirare il fumo delle sigarette e i lavoratori fumatori dovevano uscire dall'azienda con qualsiasi condizione atmosferica, solo dopo aver timbrato l'uscita dall'azienda e la conseguente timbratura di rientro.
A questi lavoratori, di questo pianeta lontano, erano consentite solo due pause sigarette al giorno, e queste pause potevano durare un massimo di 10 minuti l'una.
Queste persone senza diritti, potevano fumare infatti solo due sigarette al giorno per un massimo di 20 minuti. Questi minuti "persi" dovevano essere assolutamente recuperati alla sera. ( il bello o il brutto a sseconda delle angolazioni, era che se il fumatore usciva per fumare una sigaretta e "usava due minuti" e nell'altra sigaretta del pomeriggio "altri 2 minuti", aveva "regalato 16 minuti di non fumo all'azienda. Pertanto, se i lavoratori fumatori uscivano 3 volte usando per ogni sigaretta 2 minuti, potevano recuperare solo "4 minuti" , mentre per gli altri "2 minuti" gli venivano trattenute dallo stipendio la bellezza di MEZZ'ORA di lavoro che non poteva assolutamente essere recuperata.
I non fumatori invece potevano trastullarsi per la pausa caffè all'interno dell'azienda, questa volta senza per fortuna penalità e davanti alla macchinetta del caffè o al distributore di bevande potevano raccontarsi ogni storia per un totale giornaliero di molto superiore ai 20 minuti, senza che nessun scagnozzo del padrone alzasse ciglio per "riprenderli".
Tutto questo visto dal punto di vista "terrestre" ritengo sia discriminatorio nei confronti di una categoria di persone, le quali ormai assuefatte dallo loro condizione di fumatori erano quasi costretti a fumare delle sigarette vendute legalmente dallo Stato.
La beffa era che lo Stato che gli vendeva le sigarette aveva fatto questa legge che vietava di fumare nei luoghi chiusi e pensando che in questo modo i fumatori avessero fumato meno sigarette, per forza di causa maggiore, aveva aumentato i prezzi del paccheto di sigarette, per recuperare il mancato introito e guadagnarci comunque lo stesso danaro.
Da quanto mi riferisce questo lavoratore Extraterrestre, queste persone lavoravano in un' azienda informatica ed erano obbligati per svolgere il loro lavoro a stare 8 ore davanti ad un computer. Lo Stato per legge garantiva a tutti i lavoratori in queste condizioni di poter " estraniarsi per un quarto d'ora di pausa"  dopo due ore di lavoro davanti al Computer. Eppure sembrava che al datore di lavoro, queste regole non interessassero.
Iniziai ad interessarmi alla storia che mi raccontava questo mio amico extraterrestre e quando mi disse che l'azienda in cui lavorava si chiamava Zetalager, tutto mi fu molto piu' chiaro.

domenica 19 giugno 2005

Mail Art

MAIL ART (Arte Postale)

La Mail Art dimostra la possibilità di comunicare artisticamente con altri servendosi di un mezzo semplicissimo: il servizio postale.
Le poste hanno diffusione universale, arrivano nei più remoti angoli del mondo, inoltre la corrispondenza, il fatto di scrivere delle lettere, è un’arte.
Oggi ben si sa che telefono, fax, e-mail e molti altri mezzi di comunicazione hanno largamente soppiantato la corrispondenza, salvo che per la propaganda elettorale, quando i candidati ti mandano affettuose lettere con nome e cognome ben chiaro, da ripetere sulla scheda elettorale.
In genere non si scrive più e l’uso della corrispondenza è ormai una rarità, un vero e proprio fatto artistico.
La corrispondenza è economica da spedire e anche comoda da conservare, il suo ingombro è ridottissimo, manutenzione non ce n’è e se esposta alla luce non dà luogo a degrado.
La Mail Art è nata intorno al 1962, qualificandosi subito come una particolare forma di comunicazione estetica tendente a rompere l’isolamento dell’arte rilegato ormai a contenuti, forme e tecniche specialistiche, spesso incomunicabili.
Le radici storiche della Mail Art sarebbero molteplici, dal movimento Fluxus alla New York Corrispondence school, al Nouveau Réalisme, alle precedenti esperienze Dadaiste e Futuriste.
Nella Mail Art sarebbero presenti anche influssi della Pop Art, dell’Arte Concettuale, Minimale; Strutturale, Poesia Visiva e Concreta. Insomma c’è di tutto, i linguaggi della Mail Art affidati alla macchina postale internazionale brulicano sul pianeta Terra, invadendo con l’Arte spazi inconsueti e inimmaginabili. Trattasi di prodotti precari, a volte effimeri, che però possono modificare addirittura l’uso delle normali comunicazioni, così sfruttando questa cassa di risonanza, la Mail Art ha favorito il diffondersi delle idee, i confronti culturali e i modi di sentire l’Arte e la vita; tanto più che, da una corrispondenza iniziale tra artista e artista, si è passati alla divulgazione dei linguaggi creando comunicazioni artistiche spesso rivolte a strati più larghi di popolazione.
Mostre intere presero a spostarsi dal Giappone al Messico, alla Francia, all’Italia eccetera.
Grandi rotoli (nei limiti del peso e nelle misure del regolamento postale) contenenti opere realizzate su carta.
Servendovi di tali indicazioni, potete inviare per posta domande, idee, piccoli collage, disegni, poesie, dipinti su carta, o altri manufatti inerenti al vostro lavoro. Se siete fortunati, riceverete una risposta consistente in un’altra opera o manufatto o manoscritto che dir si voglia!
Basta coi chiari di luna, coi nudi, paesaggi, nature morte e interni metafisici! Dipingiamo cartoline, spediamoci lettere artistiche!!!

sabato 11 giugno 2005

scegli un sms da inviare ai tuoi conoscenti

1.
A votare ai referendum
porta tutta la famiglia.
Il cognato, la sorella,
mamma, babbo, nonna e figlia.
E se pensi non si incazzi
porta pure Papa Ratzi!

2.
No voto, no scelta, no vita. Partecipa ai referendum.

3.
Questo è un messaggio autogenerato per vergogna dal computer del Ministero degli Interni. Il 12 e 13 giugno partecipa ai referendum.

4.
Questa domenica, ricorda di fare il segno della croce. Sulla scheda.

5.
Anche in democrazia, la funzione sviluppa l'organo. Non astenerti.

6.
Chi si astiene non gode.

7.
Sì... sìììì... sìììììììì... sìììììììììì! Che peccato, ti eri astenuto?

8.
Chi si astiene, non sa che si perde.

9.
Per quest'anno non cambiare, 4 sì e poi al mare.

10.
Astenersi è un po' come fare i guardoni.

11.
Libertà è partecipazione. Dai il tuo voto ai referendum.

12.
Previsioni meteo: il 12-13 giugno pioggia su tutte le località di villeggiatura. Sereno sui seggi elettorali.

13.
4 croci e una testa. La tua. Il 12 e 13 giugno usala ai referendum.

14.
Ma il papa ti manda sola? Ai referendum vota sì.

15.
Just say yes. Ai referendum vota 4 sì.

16.
Sulla vita, non ci si astiene. Il 12 e 13 giugno vota ai referendum.

17.
Il 12 e 13 giugno si vota sulla vita. C’è chi si astiene, e c'è chi ci tiene.

sabato 4 giugno 2005

Ruini sei punito con la reclusione da 6 mesi a tre anni













Ruini... Ruini... che fa? Concilia?
a cura dell'Associazione Partenia

 

LEGGE ELETTORALE - Art. 98
 [ T.U. delle leggi elettorali; Titolo VII ]
 «Il pubblico ufficiale, l'incaricato di un pubblico servizio, l'esercente di un servizio di pubblica necessità, il ministro di qualsiasi culto, chiunque  investito di un pubblico potere o funzione civile o militare, abusando delle  proprie attribuzioni  nell'esercizio di esse, si adopera  - a costringere gli elettori a firmare una dichiarazione di presentazione di  candidati - od a vincolare i suffragi degli elettori a favore od in pregiudizio di  determinate liste o di determinati candidati - o ad indurli all'astensione, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da lire 600.000 a lire 4.000.000»


 in combinato disposto con:
 
ART. 51. della legge 352/1970 sui referendum
 « Le disposizioni penali, contenute nel titolo VII del Testo Unico delle Leggi per la elezione della Camera dei deputati, si applicano anche con riferimento alle disposizioni della presente legge.

Le sanzioni previste dagli articoli 96, 97 e 98 del suddetto Testo Unico, si applicano anche quando i fatti negli articoli stessi contemplati riguardino le firme per richiesta di referendum o per proposte di leggi, o voti o astensioni di voto relativamente ai referendum disciplinati nei titoli I, II e III della presente legge»
 

 

 

Il procuratore di Firenze
 
"MA I SACERDOTI NON POSSONO FAR CAMPAGNA"
di Franca Selvatici La Repubblica 28.5.05
 
E' lecito adoperarsi con gli elettori per indurli ad astenersi?
Non per tutti, almeno a leggere una norma "trascurata" ma ancora in vigore. L'articolo 98 del Testo unico delle leggi elettorali punisce con la reclusione da sei mesi a tre anni i pubblici ufficiali, gli incaricati di pubblico servizio, gli esercenti di un servizio di pubblica utilità, i ministri di qualsiasi culto e chiunque sia investito di un pubblico potere o funzione civile o militare i quali, " abusando delle proprie attribuzioni e nell'esercizio di esse", si adoperino (fra l'altro)
per indurre gli elettori all'astensione.
A segnalare la questione, di indubbia attualità  dopo gli inviti del cardinal Ruini e dei vescovi italiani a disertare le urne in occasione del referendum sulla procreazione assistita, è il procuratore della Repubblica di Firenze Ubaldo Nannucci.
Sui ministri di culto la Cassazione si è già pronunciata un paio di volte, escludendo il reato anche in caso di interferenze, nell'assunto che non vi era il fine di vantaggio (peraltro non previsto dalla legge) e che in ogni caso l'eventuale l'eventuale abuso delle proprie attribuzioni debba essere visto alla luce dell'ordinamento canonico.
Un ragionamento, questo, non condiviso da Nannucci, perchè in base ad esso non sarebbe punibile nessun tipo di "incitamento abusivo". Sarebbe accettabile, per esempio, che un ministro di culto di una qualche religione incitasse le donne a non andare a votare perchè la sua fede non lo consente?
Quella norma elettorale piuttosto negletta stabilisce, invece, una regola chiara: l'esercizio dei diritti politici del cittadino non debbono dipendere da ordinamenti estranei a quello dello Stato.
 

* * *


in attesa che la norma venga rispettata...
"La chiesa dice che la Terra è piatta, ma io so che è rotonda, perché ne ho visto l'ombra sulla Luna, ed ho più fiducia in un'ombra che nella chiesa." 

Ferdinando Magellano

12 giugno - Boicottiamo Ruini, andaimo a votare

Referendum: etica della responsabilità ed etica dell'ubbidienza
di Viviana Vivarelli
vi segnalo questo articolo
http://www.inmovimento.it/05_giugno/4_vivarelli.php

La messa di Don Rutelli - boicottiamola con 4 voti













Rutelli chiede l'astensione. Bertinotti lo attacca: «E' un errore grave»

La messa di padre Rutelli dura quasi due ore. L'annuncio di don Francesco arriva a liturgia quasi conclusa: «Mi astengo». Rutelli non andrà a votare il 12 e 13 giugno. Amen. Dieci secondi per dire che la scelta di Camillo Ruini e dei vescovi italiani è buona e giusta, cento minuti per spiegare la decisione del cittadino Rutelli. Lui si definisce «laico, riformista, democratico e progressista». Insomma uno dell'Ulivo, ma forse oggi non è il caso di approfondire l'argomento. Quando sta per scoccare il cinquantesimo minuto di concione, il presidente della Margherita - che tiene a precisare di non essere al residence Ripetta come presidente della Margherita - inizia a parlare di «antinomie». Sconcerto in sala. Qualche esempio? «Non è possibile adottare il Papa quando dice no alla guerra e parlare di clero invadente sulla fecondazione assistita». Potrebbe già bastare, invece non basta. «Si parla di legge-mostro del governo Berlusconi - cito testualmente insiste Rutelli - si dice che lo Stato pretende di entrare nelle camere da letto, eppure il vicepremier Gianfranco Fini ha già detto che andrà a votare, che voterà tre sì». L'ha detto Fini, non Rutelli. La messa non è ancora finita, qualcuno in sala sbadiglia, si va avanti. Il cittadino Rutelli chiama l'embrione «vita nascente», parla del Bangladesh («ormai sono quasi tutti uomini»), di videogames («bisogna definire le regole e i limiti di chi maneggia il joystick prima di accorgersi delle conseguenze delle nostre esplorazioni»), e poi l'America degli uteri in affitto e degli spermatozoi in libertà. Molto suggestiva la digressione sulla «solitudine dell'embrione, una punta di spillo che può essere gettata in un lavandino». La predica avrà il suo effetto, nel pomeriggio Paolo Gentiloni ed Ermete Realacci si dissoceranno dalla presa di posizione di don Francesco. «Della legge attuale non condividiamo specialmente uno dei principi ispiratori: l'equiparazione dell'embrione, che pure va tutelato, con la persona. Voteremo almeno tre sì». Almeno.

Ritorna in mente una vecchia canzone di Lucio Battisti, adattata alla circostanza: ti stai sbagliando chi hai visto non è, non è Francesco. Invece è proprio lui, Francesco Rutelli. «La tragedia dell'aborto non c'entra con questi referendum. Anche se non tutto si fa per scongiurare l'interruzione di gravidanza». Don Francesco assicura che la 194 non è in discussione, Carlo Casini del "Movimento della vita" ha detto le stesse cose al "Primo piano" del tg3. Crederci?

Ancora avanti (avanti?), don Francesco è un fiume in piena, inarrestabile.

C'è anche Giuseppe Fioroni al residence Ripetta, avvicina qualche giornalista, per ingannare il tempo parla della lettera di Romano Prodi e della Fed. Il tempo di un Ulivo che non è ancora arrivato. Sembra incredibile che quel Rutelli pronto a sostenere la legge sulla fecondazione più restrittiva d'Europa con la destra e i vescovi sia lo stesso di vent'anni di battaglie per i diritti civili, non solo il Rutelli radicale, ma anche il Rutelli sindaco di Roma, quello di ieri e l'altro ieri. E invece è proprio così. «L'astensione è il modo politico più efficace per rigettare i quesiti, la risposta più giusta». E ancora: «Chi vota no involontariamente aiuta chi vuole il sì». Padre Francesco premette: «Ciascuno ha il diritto di esprimere le proprie opinioni sulla fecondazione assistita. Considero che sia stato un errore da parte dei partiti della federazione dell'Ulivo quello di promuovere in quanto partiti questi referendum». Un messaggio, per niente velato al resto degli uniti nell'Ulivo: ai Ds, allo Sdi e ai Repubblicani europei. «I referendum contrastano col programma dell'Ulivo di questa legislatura», sentenzia il cittadino «laico, riformista, democratico e progressista». E visto che si parla della Fed, padre Francesco dà appuntamento all'indomani del referendum. C'è aria da resa dei conti.

Tragiche storie di uteri in affitto, spermatozoi sconosciuti, giudici impotenti. Nella Spagna di Zapatero è il caos. C'è tutto questo nel discorso di Rutelli. «Il non raggiungimento del quorum - spiega - lascia la strada aperta a un miglioramento della legge, mentre il sì farebbe un macello». L'obiettivo dichiarato è quello di «far fallire il referendum» perché «occorre riflettere» sulla necessità di dare «dei limiti» all'uomo che «non è onnipotente». «Occorre - rilancia Rutelli - finanziare in Italia un grande progetto di ricerca sulle staminali, incoraggiare la ricerca».

Rutelli critica «l'estrema semplificazione da parte dei promotori del referendum». Impallidisce di fronte ai manifesti con i genitori che chiedono di votare sì, padre Francesco dimentica di aver firmato insieme a Massimo Teodori, Domenico Modugno ed altri deputati del Partito radicale una proposta di legge che recitava così: «Va consentita la possibilità di inseminazione omologa ed eterologa su donna sposata e non». Era il 1988, sembrano passati secoli.

Il cittadino Rutelli sostiene di parlare da laico, democratico, riformista e progressista, poi cita la clonazione, l'eugenetica, gli uteri in affitto, l'inseminazione post mortem. C'entrano con il referendum? Per don Francesco sì, tutto c'entra pur di giustificare l'astensione. Da destra arriva l'entusiastico commento di Sandro Bondi. Nelle parole del leader della Margherita, la voce (del padrone) di Forza Italia vede il grande centro, quasi lo tocca con mano. «Si aprono prospettive inusitate». In compenso un rutelliano doc come Paolo Gentiloni si dissocia, lui voterà e voterà almeno tre sì. Fausto Bertinotti scuote la testa: «Rutelli fa un errore politico molto grave. Colpisce, rispetto al carattere politico di una legge i cui effetti sulle donne sono così gravi, che un esponente dell'Ulivo assuma una posizione che non è uguale neppure a quella moderata espressa da un leader del governo come Fini, peraltro corresponsabile del varo della legge». Intanto i Ds e lo Sdi sono sempre più preoccupati, di questo passo si potranno fare mille vertici e riunioni senza cavare neanche un rametto di Ulivo dal buco.

La messa di Rutelli è finita, le italiane e gli italiani non vanno in pace. In compenso i papa boys possono aggiungere un posto a tavola, si sono convinti che c'è un amico in più. Un bell'amico.



da www.liberazione.it di Frida Nacinovich (sabato 4 giugno

venerdì 3 giugno 2005

il 12 giugno mi alzo presto perchè ...

Il 12 e 13 giugno io voto 4 sì

Arrivano i nuovi processori Intel. Con la sorpresa.

Arrivano i nuovi processori Intel. Con la sorpresa.


[ZEUS News - www.zeusnews.it - 29-05-2005]


Piano piano, i nostri incubi si avveranoIl vecchio progetto di Bill Gates (controllare il copyright attraverso la scheda madre) ha compiuto giovedì scorso, nel silenzio generale, un grosso passo avanti. Intel ha annunciato di aver inserito un protocollo di Digital Rights Management all'interno del suo Pentium dual-core.


Possiamo quindi annotare la data del 26 maggio 2005 come il giorno di uscita del primo processore simil-Palladium. Secondo Intel, la nuova linea è abilitata DRM, e, in teoria, consentirà ai "titolari dei contenuti" (cioè le grandi multinazionali dell'intrattenimento) di evitare copie non autorizzate agendo attraverso l'hardware piuttosto che attraverso il sistema operativo, più manipolabile dai maledetti smanettoni.


Intel ha messo la sordina sulla nuova tecnologia di DRM, evitando proclami al momento del lancio dei nuovi prodotti. Tuttavia, secondo Digitmag, il responsabile tecnico Intel, Graham Tucker ha pubblicamente confermato che il sistema DRM di Microsoft sarà una caratteristica dei Pentium D e del relativo chip 945.


"Il chipset 945g supporta il DRM Microsoft, ma è stato progettato per andare oltre" dice Tucker, aggiungendo che comunque la tecnologia non sarà retroattiva, cioè non potrà essere applicata a contenuti non prodotti con le specifiche richieste dal nuovo progetto.


Massimo riserbo sulle modalità operative di questo processore, perché "non è interesse della società rivelare particolari che potrebbero nuocere alla sua sicurezza."


Come si vede, Intel opera in perfetto stile Microsoft: stiamo lavorando per la vostra sicurezza, ma non possiamo dirvi cosa facciamo, altrimenti tutta la sicurezza se ne andrebbe in malora. E chi si fa garante della bontà delle operazioni segrete? Ma noi, sciocchini.


Gli amministratori di sistema rimangono molto perplessi sulle scarse possibilità di accesso al DRM, così, per dar loro un contentino, nei nuovi chip è stato realizzato l'"active management technology" (AMT). È un sotto-sistema operativo residente nel firmware del chip, che consentirà agli amministratori di controllare le macchine in remoto, indipendentemente dal sistema operativo.


Inoltre, sarà possibile abilitare, disabilitare formattare e configurare singole periferiche, il tutto, ancora, in remoto e indipendentemente dal sistema operativo. Più potere agli amministratori, insomma, in cambio della scarsa trasparenza sul funzionamento dei diabolici processori. Inutile dire che questa facoltà non sarà appannaggio solo del personale aziendale.


La reticenza di Intel a parlare pubblicamente del contenuto del firmware ha provocato insofferenza presso i responsabili della sicurezza delle grandi aziende. L'Università del Queensland, per bocca del preside di informatica, Bill Caelli, ha dichiarato: "È una tecnologia a doppio taglio. Potrebbe favorire abusi. Intel dica quali garanzie ci sono per gli utilizzatori di essere al riparo dagli hacker (sic). Vogliamo garanzie, non possibilità."


Non siamo completamente d'accordo con Caelli. Indipendentemente dall'uso improprio della parola hacker, riteniamo che una forma di Digital Rights Management, incassata nell'hardware, non possa mai essere una buona cosa, nemmeno quando va a proteggere interessi leciti.


Porre limitazioni ai processori provocherà da parte nostra la progressiva perdita di diritti su prodotti regolarmente acquistati, spesso a caro prezzo. Diritti che fino ad oggi abbiamo considerato sacrosanti.


Pensiamo alle copie ad uso personale, o al prestito di un CD a un amico, ma anche all'esecuzione di software libero. Chi ci garantisce che queste pratiche saranno sempre e comunque permesse, se l'arbitro è un chip di cui nessuno conosce il funzionamento e che può essere controllato in remoto?


Per ora non possiamo far altro che segnarci il nome di una serie di processori: Intel Pentium D 820, 830 e 840 dual core. Evitarli non significa boicottare, ma risparmiarsi probabili problemi.



Michele Bottari - Quelli di Zeus
 

1 2 3 4 volte SI

Il 12 e 13 giugno io voto 4 sì

Io non mi astengo

Eh no caro Rutelli ( venduto che non sei altro), io no mi astengo. Ho sempre diffidato dei radicali e degli ex radicali e avevo ragione.
Andrò a votare assolutissimamente anche se il tempo è bello, anche se ho la febbre, soprattutto perchè il voto è un diritto e tante persone sono morte per avere diritto al voto.
Andrò a votare e voterò 4 volte si e i motivi sono descritti in un altro sito che ne parla ( leggi qui )


 


 

ma cavolo

Questo è il colmo, senza aver fatto nulla di strano mi si è scombinato tutto il blog,


AIUTO !!!

Crash di Windows Media Player 10

Da qualche giorno ho un problema di crash di explorer quando tento di eseguire uno streaming video di un filmato eseguibile con windows media player.
Dopo qualche secondo il sistema segnala questo errore:
ModVer: 0.0.0.0 Offset: e8505100
e cliccando su chiudi, si chiude explorer.
Leggendo su internet per la risoluzione di questo errore, alcuni scrivono che il problema è risolvibile, disinstallando windows media player 10 e reinstallando windows media player 9 e quindi reinstallare come upgrade windows media player 10.
Per fare qusto dicono di andare in pannello di controllo e selezionare componenti aggiuntivi di windows e deflaggare windows media player per disinstallarlo.
L'ho fatto, solo che non si disinstalla, l'unica cosa che succede è questa:
l'icona di windows media player sparisce dallo start di windows, solo che wm10 è sempre installato.
Ma come cavolo si fa a disinstallare windows media player.

Ho risolto involontariamente il problema che avevo descritto il 9 aprile come sopra riportato.
Ho caricato un nuovo programma che mi serviva che prevede anche l'installazione di Windows
Media Encoder e.... caspita non ci crederete ma funziona tutto. La cosa strana è che avevo disinstallato Windows Media Player 10 e l'horinstallato credendo che questa parte di programma (Windos Media Encoder ) venisse reinstallato. E' invece una parte di programma che probabilmente viene caricato con Windows Media Player 9. Il Problema era che windows media payer 9 non si poteva disinstallare. Beh insonmma, dopo aver caricato questo programma nuovo di video editing, ha reinstallato anche tutti i componenti che probabilmente servivano per eseguire streaming di file wmx, asf e di eseguire file wmv con Windows Media Player e il sitema non va piu' in crash. Ho pertanto riabilitato dalla finstra di Explorer --> Strumenti --> Componenti aggiuntivi, gli active X di Windows Media Player.

Spero che possa serivire a qualcuno