venerdì 13 novembre 2009

Una Bandiera per salvare il Pianeta


Una bandiera per salvare la Terra. 

L'arcobaleno con i colori della pace in campo contro la guerra più dura: quella dell'uomo contro il pianeta. Rilanciata da un blog sponsorizzato dal francese Liberation, la nuova bandiera si propone come simbolo della lotta ai cambiamenti climatici. E' la stessa che abbiamo appeso alle finestre contro la guerra in Iraq e prima ancora, nel secolo scorso, contro la proliferazione nucleare e i missili Cruise in Sicilia. La stessa bandiera, con al centro la scritta "Climat", "Climate", clima, per dire che c'è una guerra da fermare e che con il clima è in gioco la sopravvivenza del genere umano. L'idea sta correndo sul web e a riproporla è Pascal Canfin, che lo fa in vista del summit di Copenaghen del prossimo dicembre. "Purtroppo molti stati non sono all'altezza delle loro responsabilità storiche - scrive il blogger -. E' necessaria la mobilitazione dei cittadini per incidere sui risultati dei negoziati. Per segnalare il vostro sostegno agli obiettivi ambiziosi di Copenaghen esiste un nuovo simbolo". La bandiera, appunto. L'invito è a farla propria, diffonderla, cucirla in casa, farla circolare. Un passaparola "libero da diritti e accessibile a tutti". Per scaricare il logo: http//www.climateflag.com.

domenica 1 novembre 2009

Fascisti minacciano Radio Popolare

[fascisti]

minacce a radio pop



INTIMIDAZIONE CONTRO RADIO POPOLARE


 


Un gruppo di neofascisti di Casa Pound, Cuore Nero e Blocco Studentesco ha minacciato questa mattina Radio Popolare.


Poco prima delle 13 una ventina di persone è arrivata davanti alla sede della radio con uno striscione con scritto: “Un fascio non ha prezzo, per tutto il resto c’è Radio Popolare”.


Dalle immagini delle telecamere si vede che provano ad entrare nella sede ma che, trovando la porta sbarrata, la coprono di adesivi, mentre altri – alcuni con il casco e altri con il cappuccio in testa -  urlano slogan e sventolano bandiere. I redattori di Radio Popolare usciti per capire l’accaduto vengono accolti con lo slogan “comunisti di merda”.


 


Il messaggio intimidatorio è chiarissimo: se dai spazio alle voci democratiche e antifasciste – come nel caso delle manifestazioni di venerdì scorso contro il convegno della destra a Bergamo – te la dovrai vedere con noi fascisti. Oggi un raid con striscioni e adesivi, domani chissà.


 


Ringraziamo le persone, le associazioni e gli esponenti politici che ci hanno già dimostrato solidarietà.

fonte: http://www.radiopopolare.it