mercoledì 27 febbraio 2008

Poor Leno



E' notte ...

E' notte, disteso sul letto a leggere un libro.
Mentre sto leggendo una voce sussurra.
Nel caso in cui non dovesse andare bene, mi raccomando...
La mia voce...tranquilla e pacata non fa trasparire il mio sconquassamento interno e risponde con il maggior distacco possibile, supercontrollato:
Non temere, tutto andrà bene.
Certo che se ti informi di casi simili sul world wild web, c'è da toccarsi...
E quindi voglio ...richiamare tutta l'energia positiva possibile, affinchè il fatto si compia in modo non traumatico, senza complicazioni e che il domani sia un vero domani.
Continuo a leggere, un libro statico, lo leggo perchè voglio proprio vedere che cavolo sarà capace di raccontarmi alla fine....
Un capitolo, basta, chiudo il libro, mi addormento e sogno, sogno un'evoluzione della webtv.

domenica 24 febbraio 2008

Un fuoco che si spegne, Uno sguardo verso il Cielo



La Maschera di un Clown in mezzo a un Gran Deserto


Ogni tanto affiorano alla mente delle canzoni, sempre vive negli angoli remoti del tuo cervello.
E cosi' pensando a questa canzone, delle Orme, un gruppo di progressive rock italiano,
mi è venuto in mente di rappresentarla attraverso queste immagini.
Sono immagini ricorrenti sul Pianeta Anarras.

sabato 16 febbraio 2008

Chiudete Guantanamo ora !!!


Chiudete Guantanamo Ora.
Basta con i posti dove si tortura la gente e si clpestano i diritti umani !!
Fuck of, USA.
Fuck the War

Anarras - la Rivoluzione dei Fiori

Anarras - La Rivoluzione dei Fiori

Ci fu un momento che sul Pianeta Anarras tutto sembrava precipitare.
Fu allora che iniziò la Rivoluzione dei Fiori

che trasformò l'intera Galassia in un luogo di pace, da seguire e da prendere come modello.
Iniziò cosi' il nostro viaggio verso altre Galassie
per portare la contaminazione di questa nuova cultura, senza guerre e senza bandiere.
Come il vento, arriva di notte, ti sorprende nel sonno e al risveglio inconsapevolmente sei già cambiato dentro.
Non aver paura di abbandonare le armi, gettale via, quando la nuova cultura colpisce le menti e arriva dal basso, loro, i potenti cambieranno e la paura li renderà uguali a noi. Poi tutto prenderà una nuova forma e la paura iniziale delle diversità e delle diverse etnie, si trasformerà in una nuova gioia, un piacere nel sorridere alla nuova alba.

L'alba sul Pianeta Anarras

L'alba sul Pianeta Anarras

E' un giorno d'inverno nei cieli del Pianeta Anarras.
Al mattino intorno alle 6.00 sorge il nostro sole.
La nostra stella lucente si chiama Radio.
La sua energia è infinita e i raggi, catturati dagli incanalatori cosmici forniscono energia a tutto il nostro pianeta.

sabato 9 febbraio 2008

In this Morning

Un bel mattino, pensavo al mattino, e non ricordavo che era il mattino. E allora inizio' la ricerca di questa canzone tra i ricordi di internet. Ma invano non trovai nulla. Che dire, ho dei buoni ricordi, senza che me ne accorgessi mi misi a ricercare MORNING sulla stazione Radio.
e ecco allora che anche voi, ricorderete ..... La lattina dell'Olio Sasso la voglio Qui sul Tavolo.
E poi ..... e la pancia non c'è piu' e la pancia non c'è piu'.




free music




venerdì 8 febbraio 2008

Lollando, Cullandosi nel Tempo

Piazza.... bella piazza, mi manchi tanto, mentre correvo con il mio volto colorato .... e piu' niente restò ...


Per questa volta almeno sarò la tua libertà,
per questa volta almeno solo la tua libertà,
per questa volta almeno la nostra libertà
e la piazza calda e dolce di questa città.
Piazza, bella piazza, ci passò una lepre pazza...
Ci passarono le bandiere
un torrente di confusioni
in cui sentivo che rinasceva
l'energia dei miei giorni buoni,
ed eravamo davvero tanti,
eravamo davvero forti,
una sola contraddizione:
quella fila, quei dieci morti.
Ma ho visto anche degli zingari felici
corrersi dietro, far l'amore
e rotolarsi per terra,
ho visto anche degli zingari felici
in Piazza Maggiore
ubriacarsi di luna, di vendetta e di guerra.
è vero che non riusciamo a parlare
e che parliamo sempre troppo.è vero che non riusciamo a parlare
e che parliamo sempre troppo.

ma oggi la luna ha una faccia da strega
e il sole ha lasciato i suoi raggi in cantina.
comincia un comizio con queste parole
"disoccupate le strade, dai sogni,
disoccupate le strade dai sogni
sono ingombranti, inutili, vivi
i topi e i rifiuti siano tratti in arresto
decentreremo il formaggio e gli archivi.
Disoccupate le strade dai sogni,
per contenerli in un modo migliore,
possiamo fornirvi fotocopie d'assegno,
un portamonete, un falso diploma, una ventiquattrore.
Disoccupate le strade dai sogni,
ed arruolatevi nella polizia,
ci sarà bisogno di partecipare
ed è questo il modo
Più del vento sarà,
la mia bandiera forte.
Più del vento sarà,
più del vento.
La mia madre l'ho chiamata sasso,
perché fosse duratura sì,
ma non viva.
I miei amici li ho chiamati piedi,
perché ero felice solo
quando si partiva.
Ed il mio mare l'ho chiamato cielo,
perché le mie onde arrivavano
troppo lontano.
Ed il mio cielo l'ho chiamato cuore,
perché mi piaceva toccarci dentro il sole
con la mano.
al nostro progetto di democrazia.
Attenzione io so che questa casa aperta a tutti è sempre piena di compagni,
i fiori che dipinge la tua mano sono belli e tanto colorati.
E salve uomo che ogni mattina,
rinunci a un grammo del tuo destino,
salti su un tram intirizzito,
addormentato dentro a un vestito.
Fra i marciapiedi lisci e deserti
di una città,
chissà se il sole questa mattina,
ti troverà.


Ti viene mai compagna
la voglia di tornare
sulla strada battuta
dai sassi, dai venti,
dagli sputi del potere.
Quella strada che in sogno avevi
creduto di vedere
o di avere almeno immaginato.

Quella volta che sei arrivata
fin sulla porta
con la tua sciarpa rossa in mano
e i cioccolatini tra i denti,
talmente sbriciolati da sembrare persino
trasmigratori contenti di ansie,
quelle pozzanghere
su cui non riesci mai a volare.



mentre il vento fa il solletico ai sogni
rimasti impigliati nel cancello dei denti.
Ti viene mai la voglia di tornare.

Io ti racconto ...

"...dato che tutti gli altri posti erano gia' occupati,

ci siamo seduti dalla parte del torto".

Bertolt Brecht