venerdì 8 febbraio 2008

Lollando, Cullandosi nel Tempo

Piazza.... bella piazza, mi manchi tanto, mentre correvo con il mio volto colorato .... e piu' niente restò ...


Per questa volta almeno sarò la tua libertà,
per questa volta almeno solo la tua libertà,
per questa volta almeno la nostra libertà
e la piazza calda e dolce di questa città.
Piazza, bella piazza, ci passò una lepre pazza...
Ci passarono le bandiere
un torrente di confusioni
in cui sentivo che rinasceva
l'energia dei miei giorni buoni,
ed eravamo davvero tanti,
eravamo davvero forti,
una sola contraddizione:
quella fila, quei dieci morti.
Ma ho visto anche degli zingari felici
corrersi dietro, far l'amore
e rotolarsi per terra,
ho visto anche degli zingari felici
in Piazza Maggiore
ubriacarsi di luna, di vendetta e di guerra.
è vero che non riusciamo a parlare
e che parliamo sempre troppo.è vero che non riusciamo a parlare
e che parliamo sempre troppo.

ma oggi la luna ha una faccia da strega
e il sole ha lasciato i suoi raggi in cantina.
comincia un comizio con queste parole
"disoccupate le strade, dai sogni,
disoccupate le strade dai sogni
sono ingombranti, inutili, vivi
i topi e i rifiuti siano tratti in arresto
decentreremo il formaggio e gli archivi.
Disoccupate le strade dai sogni,
per contenerli in un modo migliore,
possiamo fornirvi fotocopie d'assegno,
un portamonete, un falso diploma, una ventiquattrore.
Disoccupate le strade dai sogni,
ed arruolatevi nella polizia,
ci sarà bisogno di partecipare
ed è questo il modo
Più del vento sarà,
la mia bandiera forte.
Più del vento sarà,
più del vento.
La mia madre l'ho chiamata sasso,
perché fosse duratura sì,
ma non viva.
I miei amici li ho chiamati piedi,
perché ero felice solo
quando si partiva.
Ed il mio mare l'ho chiamato cielo,
perché le mie onde arrivavano
troppo lontano.
Ed il mio cielo l'ho chiamato cuore,
perché mi piaceva toccarci dentro il sole
con la mano.
al nostro progetto di democrazia.
Attenzione io so che questa casa aperta a tutti è sempre piena di compagni,
i fiori che dipinge la tua mano sono belli e tanto colorati.
E salve uomo che ogni mattina,
rinunci a un grammo del tuo destino,
salti su un tram intirizzito,
addormentato dentro a un vestito.
Fra i marciapiedi lisci e deserti
di una città,
chissà se il sole questa mattina,
ti troverà.


Ti viene mai compagna
la voglia di tornare
sulla strada battuta
dai sassi, dai venti,
dagli sputi del potere.
Quella strada che in sogno avevi
creduto di vedere
o di avere almeno immaginato.

Quella volta che sei arrivata
fin sulla porta
con la tua sciarpa rossa in mano
e i cioccolatini tra i denti,
talmente sbriciolati da sembrare persino
trasmigratori contenti di ansie,
quelle pozzanghere
su cui non riesci mai a volare.



mentre il vento fa il solletico ai sogni
rimasti impigliati nel cancello dei denti.
Ti viene mai la voglia di tornare.

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