martedì 2 maggio 2006

Perché Votare NO al REFERENDUM


IN COSA CONSISTE LA COSIDDETTA "RIFORMA" SULLA COSTITUZIONE E PERCHE' E GIUSTO VOTARE NO ??





FORMA DI GOVERNO E SUPER-PREMIER






Diviene automaticamente Primo Ministro il capo del partito che ottiene la maggioranza, anche relativa, alle elezioni della Camera. Il primo ministro nomina e revoca i ministri, determina (e non più dirige) la politica generale del governo e l'attività dei ministri. Si tratta di un primo ministro "assoluto" con immensi poteri: è legittimato di fatto da un'elezione diretta, può sciogliere la Camera a suo piacimento (o può chiedere che lo faccia il Presidente della Repubblica senza che questo possa negarglielo), non ha più bisogno della fiducia del Parlamento per insediarsi, determina la politica del governo, il Capo dello Stato deve affidargli automaticamente la formazione del governo.


Il governo, e quindi il suo capo, finirà per assumere anche il potere legislativo, oltre a quello esecutivo, perchè deciderà su quali provvedimenti riterrà indispensabili e su di essi potrà chiedere la fiducia. Se non l'otterrà potrà sciogliere la Camera. È facile comprendere che questo rifiuto sarà molto improbabile.


Questa figura è unica in Europa perchè ai poteri del primo ministro non si accompagnano contrappesi adeguati né un rafforzamento delle figure di garanzia. Non esiste in nessun paese europeo l'elezione diretta del primo ministro. Il premier all'italiana sommerà i poteri del presidente degli Stati Uniti, del cancelliere tedesco e del primo ministro britannico ma non incontrerà nessuno dei limiti e dei contrappesi che rendono accettabili il presidenzialismo americano, il cancellierato tedesco e il premierato inglese.


La Camera può, in teoria, votare la sfiducia al governo a patto però di aver già individuato, ma solo nell'ambito della stessa maggioranza, un nuovo premier.


Il Senato diventa "federale" ma i rappresentati delle Regioni partecipano alla sua attività senza avere diritto di voto. Il Senato federale si occupa solo delle leggi regionali. Il singolo parlamentare così, a dispetto di quello che dice l'articolo 67 della Costituzione, non è più il rappresentante di tutta la Nazione e vede limitarsi la capacità di incidere nella dialettica politica.






ISTITUZIONI DI GARANZIA





Tutte le istituzioni di garanzia (Presidenza della Repubblica, Corte Costituzionale, Consiglio Superiore della Magistratura e il Parlamento stesso) risultano indebolite. In particolare:



- Presidente della Repubblica: diventa una figura puramente rappresentativa, perde infatti il potere di sciogliere le Camere, di dare l'incarico di formare il governo, di autorizzare la presentazione dei disegni di legge governativi. Il Presidente Oscar Luigi Scalfaro sostiene che con questa riforma il Presidente della Repubblica "viene lasciato in canottiera". Il Capo dello Stato diventa un semplice notaio che mette le firme sotto le richieste del primo ministro. Nel testo della riforma è scritto che egli è il garante dell'unità federale dello Stato, ma senza dire in che modi e con quali poteri.



- Consiglio Superiore della Magistratura (CSM): metà dei giudici saranno eletti dal Parlamento ma mentre la Costituzione del '48 prevede che possano essere eletti solo professori universitari di materie giuridiche o avvocati con almeno 15 anni di esercizio, il testo della riforma non specifica nulla. Ciò significa che si potranno eleggere al CSM anche politici "puri" senza competenza giuridica, col forte di rischio di legare l'organo di autogoverno della magistratura alla maggioranza di governo, facendogli perdere indipendenza ed autonomia.



- Corte Costituzionale: anche qui aumenta il controllo del governo sull'Alta Corte. Nella Costituzione del '48, infatti, i 15 alti magistrati erano eletti 5 dal Presidente della Repubblica, 5 dalla magistratura, e 5 dal Parlamento. Adesso invece la riforma prevede che i magistrati di nomina politica aumentino da 5 a 7. La Corte subirà così le pressioni e gli indirizzi imposti dal premier e dal suo governo.






ITER LEGISLATIVO





Il percorso di formazione delle leggi diventerà caotico e causerà spesso lo stallo dell'attività legislativa. Si passa infatti a un bicameralismo differenziato. Ci saranno leggi di competenza della Camera (legislazione esclusiva dello stato), altre del Senato federale (legislazione concorrente) e altre ancora bicamerali. Non si sa ancora chi avrà l'ultima parola su leggi che riguardino più materie. In caso di conflitto di competenza fra Camera e Senato la decisione passa ai presidenti di Camera e Senato. Se entrambi però non saranno d'accordo allora si nominerà una "commissione paritetica" che funzionerà come una terza camera. Le leggi approvate dal Senato sono soggette a una limitazione: il governo può modificarle se lo ritiene opportuno ma se il Senato respinge queste modifiche allora si nominerà un'altra commissione paritetica.



COMPETENZE DELLE REGIONI, DETTA "DEVOLUTION"



Con questo orrendo termine (che però sa tanto di moderno) si definisce il federalismo di stampo leghista. Le regioni avranno potestà legislativa esclusiva in materia di sanità, scuola (gestione degli istituti e dei programmi scolastici a interesse regionale), polizia e ogni altra materia non riservata allo Stato. Questa impostazione comporta una confusione di ruoli e competenze con un inevitabile aumento dei conflitti fra istituzioni locali e centrali. Ma soprattutto smantellerà l'unitarietà e l'universalità dei diritti fondamentali che non saranno più uguali per tutti i cittadini, ma diversi da regione a regione, esasperando le differenze fra zone ricche e zone povere.


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