giovedì 11 settembre 2003

Emozioni

Non sembra vero eppure te ne sei andata. Tutti ti ricordano come una persona piena di allegria e io non posso smentire queste persone. Quando ti ricordo, mi vieni in mente con i tuoi vestiti a fiori, con il rossetto sulle labbra, con la cipria sulla faccia. Quando eri su questo pianeta a volte era impossibile vederti per mille cose che capitano a noi umani, ora che hai spiccato il volo, sei sempre qui vicino a me, ti vedo sempre nei miei occhi, come posso dimenticarmi di te, lo sento che mi stai aiutando, sento che entri nella mia musica. A volte mi prende la tristezza, vorrei poterti toccare, baciare come un tempo, ma credo che ormai sia impossibile questo tipo di rapporto. Sento che sei il mio angelo custode, che in ogni problema, cerchi di aiutarmi, e devo dire che ci riesci benissimo. Un tempo non credevo che tutto ciò poteva essere possibile. Ora non potrò più vederti nel reale, quando vado dal babbo, la casa mi sembra cosi' vuota senza di te. E' passato cosi' poco tempo eppure non avverto piu' nessun odore dei tuoi profumi, del tuo esssere in quella casa, ma tutto è cosi' in ordine, come tu lo hai messo, e sembra proprio che tu stia tornado da un momento all'altro. Sarà dura senza te, mamma, ma nella mia vita ho imparato grazie a te, che nulla può essere duraturo, quello che ti fa vivere per sempre è il ricordo buono che lasci di te stess*. Sono stati cosi' tristi per me i tuoi ultimi giorni, sentire le parole dei medici e venire al tuo letto e sorriderti, darti coraggio, ma forse tu .... avevi raggiunto già un'altra dimensione, volevi essere d'appertutto, nei ricordi di ognuna delle persone che ti hanno voluto bene. Ciao mamma, sarai sempre nel mio corpo, ora che ci hai lasciato !!!!

domenica 29 giugno 2003

Sarà una risata che vi seppellirà


Già .... nonostante questa italia va sempre di più a rotoli, occorre sorridere.
Sarà una risata che vi seppellirà


ErmetiK

E' così improvvisamente il grande Che lascia il suo compito.
Sembrava strano che lo spazio in prima pagina non avesse mai eventi nuovi ?
Così in sordina quasi sommessamente senza dare troppe spiegazioni, decide di ritornare un semplice navigatore.
Sarai sempre nel mio angolo segreto.
Già è proprio un periodo strano devo fare un sacco di cose e non ho neppure il tempo per fermarmi a pensare se quello che faccio a volte, sia giusto oppure no.
A volte il ruolo ti costringe ad agire veloce, senza poter esitare.


Dedicato a Che

sabato 7 giugno 2003

martedì 27 maggio 2003

Dopo la riunione Miomao, si fa prendere dal blog e inizia a cercare blog da leggere. Dice....guarda che interessante quello che scrive questo. Posso dire che Miomao è affascinato dai blog "fuori dal coro". Ogni tanto Miomao torna a riparlare di blog, dice che alcuni blog sono la rappresentazione del libero pensiero. Allora gli chiediamo. Ma perchè non ti fai un blog anche tu ? e lui risponde che non se lo farà mai, lui e solo un lettore.

domenica 30 marzo 2003

Bandiere perse

Bandiere perse
ALESSANDRO ROBECCHI
Interessante particolare politico-edilizio dell'attuale situazione italiana: i lettori di Libero hanno tutti le finestre che danno all'interno, sul cortile. Già, perché a sentire il giornale e il suo astuto direttore, decine di migliaia di bandiere a stelle e strisce sarebbero andate a ruba nelle edicole, ma trovarne una appesa alle finestre, visibile dalla strada, è un'impresa titanica. Divertente anche il lancio dell'iniziativa pro-Usa lanciata dallo stesso giornale: una grande manifestazione popolare che appoggi i B-52 e i missili Tomohawk. Prima un annuncio con la fanfara, poi un piccolo ridimensionamento. Poi un rinvio sine-die e un velo (a stelle e strisce?) di silenzio, tanto che persino Bruno Vespa, nella sua trasmissione a decollo verticale, ha dovuto comunicare a una delusissima Clarissa Burt che il suo «madrinato» era sospeso
Pazienza, ce ne faremo una ragione e faremo a meno della grande mobilitazione popolare a favore dell'ultima aggressione americana. Anche se, naturalmente, non è colpa dei tanti volenterosi ansiosi di diventare la cinquantunesima stellina sulla bandiera. Anzi, la colpa è dei comunisti, o meglio del «fascismo della pace», come lo chiama Valerio Riva su Il Giornale. Che, prima di infilarsi incautamente in un ripido toboga di ricostruzioni storiche, racconta un aneddoto degno dei fratelli De Rege. In breve: il papà compra la bandiera americana. Ma la bambina protesta: «Se metti la bandiera americana poi a scuola i miei compagni mi picchiano». Da qui, suppongo, il famoso «fascismo della pace» che attanaglia il Paese. I bimbi trasformati in talebani dalle maestre comuniste. Sono solo due casi minimi di cortocircuito mentale, che però rendono bene l'idea: se pensate che la situazione sia confusa a Bassora, sappiate che nella famosa maggioranza le cose vanno pure peggio. Basta guardare i catto-polisti, che ormai passano le loro giornate in eterno testacoda: siamo solidali ma non belligeranti, anzi belligeriamo solo un po', anzi vorremmo belligerare di più e anche un po' meno, a seconda delle convenienze del momento, dell'umore, del meteo o anche solo del dadaismo estemporaneo. Sparito Silvio, le truppe sono allo sbando e la casa delle libertà è costretta a rilasciare forti quantità di Giovanardi nell'ambiente, incurante degli effetti sulla popolazione civile. La popolazione civile, per fortuna, è civile e quindi se ne fotte, appende le sue bandiere per la pace per il semplice motivo che vorrebbe la pace, e lascia le guardie repubblicane del rais di Arcore a collezionare figure barbine.


C'è da capirli, soffrono le pene dell'inferno: dopo aver passato due anni a dire che loro sono maggioranza e quindi fanno quello che vogliono, si ritrovano a non esserlo più, e visibilmente, con tanto di drappi arcobaleno alle finestre che dicono: noi non ci stiamo. I simboli, Silvio lo sa bene da quando mischiò coppe di calcio e politica, hanno la loro importanza, per cui perdere cento a zero proprio nella battaglia dei simboli gli dispiace assai. Ma forse è solo un problema di comunicazione. Chissà, se i bombardieri mediatici, i Ferrara, i Feltri, i Teodori cambiassero bandiera, potrebbero avere più successo. Per esempio potrebbero convincere i loro lettori ad esporre alle finestre altre bandiere. Quella dell'Arabia Saudita, per esempio, che sostiene la guerra, ma in incognito, manco fosse una loggia massonica coperta. Oppure quella degli Emirati, o del Kuwait, un posto dove le donne non possono votare e c'è praticamente la schiavitù, ma che partecipa insieme a Silvio alla grande crociata per riportare la democrazia in Iraq. Forse avrebbero più successo, perché, si è capito, con la bandiera a stelle e strisce il giochetto non funziona. Per carità, sarà «il fascismo della pace», sarà la pressione indebita dei «sindacalisti dell'arcobaleno» (Massimo Teodori su Il Giornale), sarà il controllo politico delle maestre, tutte sosia di Saddam. Ma tant'è, almeno sui balconi degli italiani gli americani non passano.


da Il Manifesto on line

Stop The War Now


 STOP THE WAR NOW !!!


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 

by robdinz Sunday March 30, 2003 at 07:24 PM


Appello per la pace.


L’incontro con i colleghi della tv irachena e di altre testate giornalistiche si è svolto in un cinema in disuso nel pieno centro della città. Due piani sottoterra.
Il cinema, che certamente doveva aver vissuto tempi migliori, è sembrato subito un luogo accogliente perché i rumori dei bombardamenti arrivavano come attutiti. Poco più forti di lontani tuoni di un temporale.


Una decina di giornalisti iracheni e sei tra reporters indipendenti e fotografi,
chi seduto sul bordo del palcosecnico chi sparso lungo le prime due file di sedie.


Inglese, francese, arabo, gesti con le mani, schizzi sui block-notes , tutto andava bene per capirsi.


Intanto una precisazione di non poco conto da parte dei colleghi iracheni: non è vero che 4.000 “kamikaze”sono pronti al “martirio”come è stato rilanciato con clamore dalla stampa di tutto il mondo riprendendo le parole pronunciate dal vice ministro della difesa dell’Iraq.
Un altro è il significato di quella dichiarazione: 4.000 volontari di paesi arabi confinanti con l’Iraq sono entrati in territorio iracheno manifestando la loro volontà di unirsi all’esercito di Baghdad per combattere gli invasori anglo-americani.
I 4.000 volontari si sono detti disposti a combattere casa per casa e persino fuori dall’esercito regolare. Ma nessuno ha mai affermato che si tratti di “kamikaze” pronti a gettarsi imbottiti di tritolo contro i soldati invasori.
I colleghi sostengono che potrebbe persino trattarsi di errori di traduzione o di incomprensione della dichiarazione del vice ministro e portavoce dell’esercito.
Tuttavia, si domandano, come è possibile che tutta la stampa ed i network televisivi abbiano tradotto male?


Preso atto di questa dichiarazione, come dire, preliminare, dei colleghi iracheni, ma di fondamentale importanza per i colleghi europei, che hanno potuto così capire ufficialmente quale fosse un altro dei metodi di disinformazione attuati a discapito dell’opinione pubblica internazionale, i colleghi iracheni si sono dichiarati stupiti ed addolorati per la pressochè totale assenza di informazione e solidarietà internazionale sui ripetuti bombardamenti che hanno colpito la Iraqi Tv, lasciando a terra numerosi feriti tra giornalisti, tecnici ed impiegati. Lasciando senza lavoro (e senza luogo di lavoro) la stragrande maggiornaza di loro, costretti ora in pochi, con mezzi di fortuna ed in locali provvisori a volgere il proprio mestiere. E cercando di fatto di ridurre al silenzio l’informazione irachena.
Considerano poi pretestuosa (fino al ridicolo) la giustificazione addotta dagli Stati Maggiori anglo-americani sul fatto che i soldati iracheni prendessero ordini militari atraverso le trasmissioni di Iraqi Tv. Che sarebbe come a dire che decine di migliaia di uomini ed i loro comandanti, nei deserti dell’Iraq, ogni tanto si fermano e accendono la tv per aspettare ordini in codice. (Ripeto: in mezzo al deserto).
Lamentano, i colleghi iracheni, il silenzio sui bombardamenti che hanno colpito anche redazioni di giornali e tipografie. Causando numerosi feriti e la chiusura di alcuni organi di informazione.


Via mail era giunta ad un reporter indipendente, nella giornata di ieri, una dichiarazione della “International Federation of Journalists”(“Ifj”) che condannava e stigmatizzava i bombardamenti sulla tv irachena. Con un po’ di difficoltà questo breve documento è stato tradotto in una lingua comprensibile da tutti.
Ripreso in inglese e firmato da tutti i presenti all’incontro. Ora cercheranno di inviarlo alla “Ifj”.


Infine, in modo drammatico, i colleghi iracheni hanno rivolto un appello ai reporters indipendenti, e tramite loro alle:


Nazioni Unite
Agli organi d’informazione indipendenti di tutto il mondo
Alle Organizzazioni Umanitarie
All’Opinione Pubblica di tutti i paesi del mondo che si è schierata per la pace
Ai Governi che si sono dichiarati contro la guerra


Perché attraverso l’applicazione della “Convenzione di Ginevra” si ponga fine:


Ai bombardamenti che colpiscono gli organi d’informazione
Ai bombardamenti sui siti civili che ancora sono ingrado di fornire, anche se a non più del al 5% della popolazione civile ed agli ospedali di Baghdad, acqua ed energia elettrica.


Che i Governi di Washington e Londra vengano condannati dalle Nazioni Unite per violazione degli accordi della Convenzione di Ginevra i bombardamenti sulle scuole sull’università e sulla biblioteca nazionale
Che vengano sospesi immediatamente i bombardamenti sulla capitale che provocano
quasi esclusivamente feriti e vittime civili
Che si apra entro le prossime ore un canale umanitario gestito dall’Onu e dalle organizzazioni umanitarie, protetto delle bombe e dai missili, che consenta di poter rifornire di cibo e acqua la popolazione civile ridotta ormai allo stremo.
Che consenta l’arrivo di medicinali per contenere le infezioni, medicinali salva-vita e attrezzature sanitarie indispensabili.
Che si consenta a quanti vogliano lasciare il paese di poterlo fare in sicurezza ed essere accolti in campi profughi dignitosi.
Che si ponga fine ai bombardamenti su tutto il territorio dell’Iraq per poter soccorrere la popolazione civile ormai completamente priva da giorni, in moltissime regioni del paese, di cibo, acqua, energia elettrica e medicinali.
Che si organizzi subito una solidarietà internazionale, ad ogni livello e sotto ogni forma, per evitare il genocidio di una intera popolazione di uomini, donne e bambini già impoveriti e provati da 12 anni di durissimo embargo economico.


Che si ponga fine ad una guerra ingiusta ed illegale di aggressione imperialista contro l’Iraq ed il suo popolo.



I reporters indipendenti hanno preso atto del documento dei colleghi iracheni condividendone lo spirito e la sostanza. E hanno dichiarato che faranno quanto nelle loro possibilità e quanto nelle loro capacità per far giungere questa drammatica testimonianza fuori dall’Iraq.
E si sono detti sicuri, mentre abbracciavano i colleghi nel lasciare la riunone nel cinema, che nessuna disinformazione nessuna censura, nessuna incomprensione di traduzione potrà fermare questo appello.


Fuori dal cinema è già buio. I fragori delle bombe e dei missili sono tornati assordanti. Per alcuni c’è molta strada da fare, a piedi, quasi di corsa, seguendo e ricordando le indicazioni fornite dai bambini di Baghdad. Stasera non si starà insieme, quasi tutti divisi perché ciascuno deve avere davanti un telefono per provare e riprovare a prendere quella benedetta linea per un messaggio, una mail. Per rilanciare il prima possibile a più persone possibile l’appello dei colleghi iracheni.


Che la notte sia leggera.
r.


venerdì 28 marzo 2003


Se gli USA attaccano l'Iraq senza il supporto del Consiglio di Sicurezza dell'ONU, il mondo sarà impotente per fermarlo? La risposta è no! Con una procedura chiamata "Uniting for Peace" l'Assemblea Generale dell'ONU può chiedere un immediato cessate il fuoco e ritiro.


http://www.disinformazione.it/unitingforpeace.htm Fonte: http://www.disinformazione.it
Cosa può fare il mondo se Bush attacca l'Iraq?
"UNITING FOR PEACE"
di Geremy Brecher,
http://www.counterpunch.org 5 marzo 2003 - traduzione Carla Cenciotti


Se gli USA attaccano l'Iraq senza il supporto del Consiglio di Sicurezza dell'ONU, il mondo sarà impotente per fermarlo? La risposta è no!
Con una procedura chiamata "Uniting for Peace" l'Assemblea Generale dell'ONU può chiedere un immediato cessate il fuoco e ritiro.
Il movimento mondiale per la pace dovrebbe considerare questa possibilità.
Quando l'Egitto ha nazionalizzato il canale di Suez nel 1956, la Gran Bretagna, la Francia e Israele invasero l'Egitto ed iniziarono l'avanzata verso il canale di Suez. Il presidente USA Eisenhower chiese che l'invasione cessasse. Al Consiglio di Sicurezza dell'ONU la Francia e la Gran Bretagna posero il loro veto per la risoluzione del cessate il fuoco. Gli Stati Uniti si appellarono all'Assemblea Generale e proposero una risoluzione per il cessate il fuoco e il ritiro. L'Assemblea Generale riunì una sessione di emergenza e la risoluzione passò. La Francia e la Gran Bretagna si ritirarono dall'Egitto in una settimana.
L'appello All'Assemblea Generale fu fatto secondo una procedura chiamata "Uniting for Peace". Questa procedura fu adottata dal Consiglio di Sicurezza in modo che le Nazioni Unite possano agire anche quando il Consiglio stesso si trova in fase di stallo a causa dei diritti di veto. Questa risoluzione la n. 377 prevede che in caso di "minaccia alla pace, violazione delle pace o atti di aggressione" ed i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza non si accordano sulle misure da prendere, l'Assemblea Generale può riunirsi immediatamente e raccomandare misure collettive ai membri dell'ONU per "mantenere e restaurare la pace e la sicurezza internazionale".
Il meccanismo "Uniting for Peace" è stato usato dieci volte e principalmente su iniziativa degli Stati Uniti.
[...]
Gli avvocati del Centro per i diritti costituzionali (Center for Constitutional Rights) hanno abbozzato una proposta di risoluzione "Uniting for Peace" che i governi possono sottomettere all'Assemblea Generale.
Questa dichiara che un'azione militare senza l'autorizzazione del Consiglio di Sicurezza è contrario alla carta delle Nazioni Unite e alla legge internazionale.
I movimenti per la pace di tutto il mondo possono già da ora cominciare a discutere sul valore di questa risoluzione [ndT questo scritto è datato 5 marzo, prima dell'inizio dei bombardamenti] e se si dovesse giungere ad una valutazione positiva si potrebbe mettere al centro delle richieste già nelle prossime manifestazioni mondiali contro la guerra. Si può esercitare pressione sui governi che si dichiarano contrari alla guerra, che sono la maggior parte dei paesi membri dell’ONU, e chiedere che intraprendano e sostengano questa risoluzione.
I Paesi che si oppongono a questa guerra possono già stabilire, nel caso il Consiglio di Sicurezza si trovasse ad un punto morto e l'attacco all'Iraq fosse imminente o in corso, di riunire l'Assemblea Generale sulla base di un'emergenza, condannare l'attacco e ordinare agli Stati Uniti il cessate il fuoco ed il ritiro.
Prima inizia la discussione per creare le basi ad un'azione in tal senso meglio è.
Un'ampia opinione pubblica aiuterà i governi a superare la loro probabile riluttanza a fare un passo del genere.
[...]


Jeremy Brecher è uno storico ed autore di dodici libri fra cui "STRIKE" e
"GLOBALIZATION FROM BELOW". Si può contattarlo a:
jbrecher@igc.org.
Le informazioni su "Uniting for Peace" sono prese da: A U.N. Alternative to War: 'Uniting for Peace di Michael Ratner, Center for Constitutional Rights and Jules Lobel, University of Pittsburgh Law School.
http://act.greenpeace.it/

domenica 23 marzo 2003

BAMBINA: (rivolta al padre) Papa', tutti a scuola ogni giorno, a cominciare dalla maestra, parliamo della guerra, e' una guerra umanitaria, e' vero, papa'?
PADRE: Si', gli americani contro gli arabi.
BAMBINA: Noi siamo con gli americani, vero?
PADRE: Si', e' naturale, siamo coi piu' forti.
BAMBINA: Molto forti, papa'?
PADRE: Si', strapotenti!
BAMBINA: Allora vinceremo, papa'!
PADRE: Ah, non c'e' dubbio.
BAMBINA: Sono contenta che vincano i buoni, perche' noi e gli americani siamo i buoni, vero papa'?
PADRE: Certo, i buoni contro i cattivi!
BAMBINA: Che sono gli arabi, vero papa'?
PADRE: Si'... no, non tutti gli arabi sono cattivi... quelli del Kuwait e dell'Arabia Saudita, per esempio sono buoni.
BAMBINA: La maestra dice che i buoni americani stanno lanciando un sacco di bombe, una al minuto, sugli arabi cattivi... e' vero papa'?
PADRE: Si', esattamente 3000 bombe in 48 ore.
BAMBINA: Mamma mia... e bim-bom-bom... chissa' che rumore! Allora ci saranno molti morti...
PADRE: Credo che si', e' inevitabile.
BAMBINA: Anche bambini?
PADRE: Si', ma sono stranieri, altra gente. Noi non li conosciamo.
BAMBINA: Non li conosco neanch'io! Beh, meno male. Sono contenta di non conoscerli. Sono bambini cattivi papa'?
PADRE: No, ma che c'entra... i bambini non hanno nessuna colpa... poverini, sono innocenti.
BAMBINA: Innocenti come quelli della strage di Erode?
PADRE: Ma cosa c'entra? Erode era cattivo e non amava i bambini, anzi li odiava.
BAMBINA: Allora anche gli americani...
PADRE: Ma no, non far confusione! E' per via che 'sti bambini arabi per caso si trovano li'...
BAMBINA: In un posto dove non dovrebbero essere...
PADRE: Si', fuori posto... nel posto sbagliato, proprio dove cadono le bombe... e' un incidente involontario... vittime collaterali.
BAMBINA: E allora perche' gli americani non gridano con l'altoparlante "Bambiniiii collaterali spostatevi tutti di la'! Tutti i bambini vadano nei prati... lontano dalle case e dai palazzi... che noi dobbiamo buttare bombe sulla citta'!"
PADRE: Ma figurati... gli americani mica possono avvertire dove vanno a buttare le bombe, senno' tutti scappano dalla citta' e allora il loro programma dove va a finire?
BAMBINA: Che programma, papa'?
PADRE: Quello che chiamano "colpisci e terrorizza" . Chi terrorizzano se scappano tutti!
BAMBINA: Oh, che stupida che sono! E poi se dicono ai bambini "Fuori, andate nei prati!" ci vanno anche le mamme e i papa' travestiti da bambini.
PADRE: Ecco, si', mettiamola cosi'. Adesso pero' mettiti tranquillo e mangia, che si raffredda tutto.
BAMBINA: Si', si'... mangio... pero' intanto spiegami papa'... non e' mica contro tutti gli arabi che l'America fa la guerra?
PADRE: Ma scherziamo, di certo che no. I musulmani sono piu' di un miliardo... staremmo freschi!! La guerra si fa solo contro gli iracheni che sono sei milioni in un territorio piu' grande del nostro.
BAMBINA: Ah, ecco... allora sono solo loro i cattivi.
PADRE: Beh, per adesso...
BAMBINA: Come per adesso?
PADRE: Beh, diciamo che adesso, in 'sto momento gli iracheni sono i cattivi piu' pericolosi.
BAMBINA: Ah, eh gia'... allora diciamo che gli altri sono piuttosto buoni, buonini, buonaccioni... sono poveri ma buonissimi.
PADRE: No, non sono tutti poveri, ce ne sono anche di molto ricchi...
BAMBINA: Ma come mai... se hanno solo della gran sabbia e cammelli?
PADRE: E no, hanno anche il petrolio... hanno i giacimenti di petrolio piu' ricchi del mondo!
BAMBINA: Ah, ho capito, quelli che hanno tanto petrolio sono i piu' buoni, e quelli senza, sono i cattivi.
PADRE: Beh, non esageriamo...
BAMBINA: Si', non esageriamo. Adesso che mi viene in mente... la maestra dice che i capi americani sono tutti petrolieri...
PADRE: Beh, in un certo modo e' vero.
BAMBINA: E ai petrolieri ci piace il petrolio. E com'e' che tutti quelli che hanno il petrolio vanno d'accordo fra di loro e si vogliono bene?
PADRE: No, non e' cosi' semplice... tanto per cominciare, per esempio, questo capo degli arabi iracheno, che si chiama Saddam, ha tanto petrolio eppure e' cattivo.
BAMBINA: Ma va? Un petroliere cattivo?! Com'e' possibile! Pero' se questo arabo cattivo da' tutto il suo petrolio agli americani... allora diventa buono!
PADRE: No, non e' cosi' semplice...
BAMBINA: Non e' semplice, non e' cosi' semplice... pero' e' cosi'!! Di' di no!?
PADRE: Ma che ne sai tu, una bambina, di certe cose da grandi.
BAMBINA: La mia maestra ha detto che si', gli americani vogliono il petrolio dell'arabo cattivo, perche' a loro gli piace e vogliono il petrolio anche degli altri...
PADRE: Quali altri?
BAMBINA: Aspetta che ce l'ho qui scritto sul mio diario... eccoli qua: quello del Sudan, quello della Libia, quello dei Siriani... Emirati del Golfo, i Colombiani...
PADRE: Basta cosi'! Quella tua maestra e' una chiacchierona sovversiva... domani vado dal preside, la faccio cacciare e a te ti cambio di scuola!
BAMBINA: E allora se tu vai dal preside a fare 'sta porcata, io non vado piu' a scuola... (scoppia a piangere) in nessun'altra scuola!
PADRE: Cosa? Come ti permetti di rispondere cosi' a tuo padre? Vieni qua che ti do uno schiaffo!
BAMBINA: (sempre piangendo) Va bene, fai pure, dammi tutti gli schiaffi che vuoi... e io telefono al Telefono Azzurro e dico che sei cattivo e che oltre a picchiarmi vuoi cacciar via la mia maestra che ci insegna cosi' bene... e ci insegna facendoci giocare... (continua a piangere).
PADRE: Su, non piangere... Sentiamo... che gioco giocate per imparare?
BAMBINA: La battaglia cielo-terra, che noi chiamiamo anche portaerei e missili.
PADRE: Ah, una specie di battaglia navale...
BAMBINA: Si', con delle regole uguali a quelle di Risiko e Monopoli con tanto di dadi e carte da pescare.
PADRE: Che carte?
BAMBINA: Quelle normali: c'e' il re di picche che e' la Russia, poi il re di fiori la Francia, la regina di cuori l'Inghilterra, l'asse pigliatutto l'America.
PADRE: Ah, simpatico.
BAMBINA: Si', molto... ci divertiamo un sacco.
PADRE: E il presidente degli italiani... che carta e'?
BAMBINA: Il due di picche... cerca di leccare i piedi a tutti i re ma nessuno lo caga!
PADRE: Ehi, dico... e' questo il modo di esprimersi?
BAMBINA: Non lo dico io, e' il titolo del gioco "Mettiti col piu' forte senno' nessuno ti caga".
PADRE: Basta! Basta. Mangia e taci!
BAMBINA: Si' mangio... ma a lui non lo caga nessuno lo stesso!

Dario Fo, Franca Rame, Jacopo Fo

Care amiche, cari amici,
giovedi’ 27 marzo, alle ore 20,30 (non alle 21 come annunciato inizialmente) andra’ in onda lo spettacolo di Dario Fo e Franca Rame: Ubu-Bas Va alla guerra.
Questo spettacolo verra’ trasmesso da un gruppo di 19 (per ora) televisioni locali, verra’ inoltre trasmesso via satellite e anche via internet. In questo momento sentiamo la necessita’ di tentare di raggiungere un pubblico il piu’ vasto possibile per raccontare alcuni fatti che le televisioni censurano sulla guerra in Iraq e Afghanistan, sul petrolio e sugli interessi che stanno dietro a questi conflitti.
Abbiamo quindi deciso di tentare di affiancare le iniziative televisive che il movimento sta sviluppando con le televisioni di strada, Global Tv e No War Tv, con un esperimento di tipo teatrale. Se ci riusciremo sara’ un risultato positivo dal punto di vista dell’informazione ma anche un esperimento nel processo di creazione di una
Tv indipendente. Noi non abbiamo intenzione di fondare una tv, non abbiamo ne’ i mezzi ne’ le capacita’ ma crediamo utile sapere che tipo di risposta potrebbe incontrare uno spettacolo teatrale diverso.
Chiediamo quindi a tutti di aiutarci a diffondere la notizia.

La trasmissione sara’ visibile sui seguenti canali locali e su internet (solo per chi ha una connessione adsl) all’indirizzo
http://www.francarame.it dove troverete anche la lista, via via aggiornata, delle televisioni che
accetteranno di trasmettere lo spettacolo e (a partire da lunedi’) le indicazioni per vedere la trasmissione via satellite. Inoltre lunedi’ 24, a Milano, al teatro Ventaglio Nazionale, alle ore 20,45 si terra’ lo spettacolo ”Ubu Bas va alla guerra”. La registrazione di questa serata servira’ come base della trasmissione di giovedi’ 27. Sul sito troverete anche un banner che linka alla pagina dove ci sono tutte le informazioni, per chi volesse pubblicarlo sul proprio sito.

Piemonte Valle D’Aosta: Rete 7
Liguria: Tele Citta’
Lombardia: Tele Lombardia
Friuli: Tele Friuli
Venetono: Rtl-Rete Azzurra (circuito Europa 7)
Emilia Romagna: E’ Tv
Marche: Tv Centro Marche (circuito Europa 7)
Umbria: Umbria Tv
Toscana: Teleregione (circuito Europa 7)
Lazio: Tvr Voxon (circuito Europa 7)
Abruzzo e Molise: Tvq (circuito Europa 7)
Campania: Canale 8 (circuito Europa 7)
Calabria: Rtc (circuito Europa 7)
Puglia: Tele 2
Sicilia: Tele Etna - Tele Scirocco (circuito Europa 7)
Sardegna: Tcs- Tele Nova

INDICAZIONI STRADALI SPARSE PER TERRA


Era un anno fertile per il grano come mai in passato, era tutto in abbondanza… Quelli che erano malati cronici e che tanto desideravano la morte, consegnarono finalmente con un sorriso l’anima a dio.


Nei giorni dei grandi temporali il cielo era rosso. La pioggia portava con sé la polvere dei deserti d’oltre mare.
I vecchi dissero: ci sarà la guerra! Nessuno prestò credito alle loro parole. E nessuno fece nulla.


Giacché, cosa si poteva fare contro la profezia! Solo cantammo per intere giornate, fino a restare senza voce, per poter consumare tutte le vecchie canzoni, perché non ne restasse nessuna che venisse sporcata dal tempo.


1. Quando intravedono il primo cadavere per la strada, le persone voltano la testa, vomitano e perdono i sensi. Senti il tremore per primo nelle ginocchia, poi ti manca l’aria, ti gira l testa. Sono di aiuto in questi casi l’acqua fredda, leggeri schiaffi. Se lo svenuto non rinviene, sdraialo sulla schiena e sollevagli le gambe in aria. Se il cadavere di quel giorno era un suo parente o comunque un vicino, non permettergli di avvicinarsi e di guardarlo. Le ferite causate dalle granate sono in genere causa di un nuovo
svenimento. E non si ha tanto tempo a disposizione. È raccomandabile piangere, fa bene al cuore. Ma neppure per questo c’è tanto tempo a disposizione.


2. Se la città è in stato d’assedio, occorre mandare i più coraggiosi a tentare di portare i sacchi di plastica opachi per i cadaveri. Se questi non tornano, bisogna avvolgere i morti in lenzuoli bianchi. Non è raccomandabile seppellirli senza. Ciò fa diffondere il panico e la paura della morte diventa facilmente la
paura di finire sepolti allo stesso modo.


3. La sepoltura si svolge di notte, per motivi di sicurezza. Perciò, prima della sepoltura, bisogna accertarsi per bene dell’identità del defunto. Nel caso di corpi dilaniati, bisogna stabilire con precisione i pezzi che appartengono a ciascun corpo. Se si verificano ugualmente degli errori, è meglio evitare di
ammetterlo successivamente. Tanto per i morti è lo stesso. Se vicino alla persona che è stata sepolta, sul posto dell’uccisione, si trovano altre parti di corpo, e si è però già provveduto alla sepoltura, non bisogna gettare i resti nella spazzatura, poiché in genere si radunano i cani affamati. La cosa migliore, se si ha tempo e voglia, è di raccogliere in un sacchetto tutto quello che è rimasto e di seppellirlo in superficie vicino alla tomba. Bisogna stare attenti che non se ne accorgano i familiari, perché loro
concepiscono il cadavere come un tutt’uno e tale frammentazione rappresenterebbe per loro una ulteriore dolorosa frustrazione.


4. In guerra nessuno è matto. O almeno ciò non si può asserire nei confronti di nessuno. Molti di quelli che erano matti prima della guerra, in guerra si mettono in mostra molto bene. Come combattenti coraggiosi, convinti delle idee dei loro capi.


5. In guerra nessuno è intelligente. Non devi credere alla verità di nessuno. Le lunghe disquisizioni sull’insensatezza della guerra del professore di una volta, in un batter d’occhio si trasformano in un selvaggio grido di guerra, appena egli viene a conoscenza del fatto che il suo bambino gli è morto per la strada.


6. Non ricordarti di nulla. Prova a dormire senza sonno. Devi ornarti di amuleti e abbi fede nel fatto che ti aiuteranno. Abbi fede in qualsiasi segno. Ascolta attentamente il tuo ventre. Agisci secondo le tue sensazioni. Se pensi che non bisogna camminare per quella strada, allora vai per un’altra.


7. Non avere paura di niente. La paura genera nuova paura. Ti blocca. Devi credere fermamente di essere stato prescelto a restare vivo.


8. Non lasciare lavori compiuti a metà. Salda i debiti. Devi essere pulito. Non fare nuove amicizie. Già con quelle vecchie avrai abbastanza preoccupazioni.


9. Proteggi i ricordi, le fotografie, le prove scritte del fatto che sei esistito. Se tutto brucia, se perdi tutto, se ti prendono tutto… dovrai dimostrare anche a te stesso che una volta eri. Ammassa tutto nei sacchi di plastica, seppellisci nella terra, mura nelle pareti, nascondi, e solo ai tuoi più cari svela la mappa
per raggiungere il tesoro.


10. Non ti legare alle cose, alla terra, ai muri, alle case, ai gioielli, alle automobili, agli oggetti d’arte, alle biblioteche… Trasforma in denaro tutto ciò che ha ancora un prezzo. E tuttavia, non legarti in alcun modo al denaro. Appena puoi scambialo con la tua libertà.


11. Adoperati per il bene delle persone. Sempre. Il più delle volte non lo meritano, ma tu fallo ugualmente. Non aspettarti alcuna riconoscenza. Non chiedere per chi fai il bene. Non legarti alle tue azioni.


12. Non dire ciò che pensi. Non essere così stupido a tal punto. Perché appena pensi non appartieni più a loro. Non tacere, perché non possano pensare che pensi a qualcosa. Parla, così, giusto per parlare.


13. Se ti imbatti nel pericolo, non essere coraggioso, anche spinto dalla disperazione. Tenta di sopravvivere. Fai tutto quanto è nelle tue possibilità. Soltanto devi stare attento a non mettere altri in
pericolo con i tuoi tentativi. Finché non sei morto sei vivo. Sembra comprensibile. Non togliertelo mai dalla testa. Se devi sacrificarti, fallo per le persone cui vuoi bene, for farlo mai, in nessun modo, per delle idee. Il tuo sacrificio verrà giudicato dagli altri sempre in maniera scorretta, a seconda della loro
coscienza e della loro prospettiva. Le idee passeranno, si rovineranno, diventeranno comiche. Se resti vivo, vedrai quanto sarà difficile continuare a credere in loro.


14. Non supplicare per nessun motivo. Non supplicare nessuno. Neanche se c’è di mezzo la vita. È una questione di buon gusto. Pensa solo cosa vuol dire vivere sullo stesso pianeta con una persona che ti ha risparmiato la vita.


15. Non devi metterti a capo di nessuno. Per nessuna ragione. Quando ti volti a cercare aiuto, dietro a te non ci sarà nessuno. Non fare affidamento su nessuno, ma non sottrarti al fatto che quelli che ami fanno affidamento su di te. Questo è salutare anche per te. Devi sapere: perché? Gli obiettivi non devono essere
grandi, in nessun modo di carattere generale. Conoscevo una persona che per tutto il tempo ha desiderato bere una birra. È vero: non ci è riuscito, ma era splendido vivere desiderandolo.


16. Non devi stupirti di nulla. Di ogni possibile prodigio. Non devi farti deprimere da nessuna cosa. Anche prima erano tutti fatti così, solo che le condizioni erano diverse da quelle di adesso. Questa è la prima occasione per mettersi alla prova. Così tanti sono delusi da se stessi che in confronto la tua delusione è
un nonnulla. Se qualcuno ti tradisce una volta, non lasciargli la possibilità di farlo un’altra volta.


17. Cerca di essere sempre prudente. Se hai bisogno di una buca in cui ripararti, scavatela da solo. Se qualcun altro lo fa per te, la buca potrebbe rivelarsi troppo piccola.


18. Non hai il diritto di adirarti con nessuno. E tuttavia, non devi dimenticare nulla. Quando tutto è finito, decidi di cosa non vuoi più ricordarti. Se tutto è passato. Non dimenticare gli esami che alcuni non hanno superato.


19. E però non fondarti su questo. Non aspettare l’occasione per poterti rivalere. La vendetta ti deve essere estranea. Una questione che appartiene ad altri. Se sopravvivi, vivi per te e quelli che sono sopravvissuti insieme a te.


20. E ancora, non vedere mai di essere il Signore della Verità. Nessuno lo é. A te è sembrata in questo modo. A un altro è sembrata diversamente. Mantieni per te il pezzetto della tua verità. Servirà soltanto a te. Rinuncia al diritto di scrivere la storia dell’assedio. Non contrapporti ai nomi di quei morti che sono
stati scelti come eroi. Non sperare di riuscire a mettere a posto qualcosa, neanche una ingiustizia rimasta in sospeso. In quel momento, quando hai intravisto il primo cadavere sulla strada, la storia del dopoguerra era già stata scritta. Poi ci metteranno solo i nomi delle persone, delle città, delle montagne, i baluardi
che si sono gloriosamente difesi e i baluardi che sono gloriosamente caduti. Non c’è posto qui per la tua verità.


Ora che sai tutto questo, prova a proteggere te stesso e forse a salvarti la testa. Se non ti riesce, almeno non ti annoierai.


Nedzad Maksumic
Poeta bosniaco e regista del Lik Teatar


(trad. a cura di Igor Pellicciari)


tratto dal libretto del cd “materiale resistente”

sabato 22 marzo 2003

Blitz di Greenpeace all'altare della patria: Berlusconi premier guerrafondaio

Roma, 22 marzo 2003 - Alle 10,30 di questa mattina una ventina di attivisti di Greenpeace si sono introdotti nell’Altare della Patria, a Piazza Venezia, a Roma. Due scalatori si sono arrampicati sui piloni delle bandiere italiane a circa 20 metri d’altezza, riuscendo a stendere uno striscione nero di 20 metri per 5 che riproduce il volto di Berlusconi con un elmetto da soldato americano e la scritta: “Un impegno concreto: guerra”.

Solo dopo 2 ore le forze dell’ordine sono riuscite, con l’ausilio dei vigili del fuoco, a rimuovere lo striscione e a quel punto gli attivisti sono scesi. “Berlusconi ha sostenuto e sostiene l'atto di aggressione illegale di Bush nei confronti dell'Iraq- afferma Domitilla Senni, direttore generale di Greenpeace - così facendo ha calpestato la volontà pacifista della maggioranza degli italiani ed il dettato costituzionale. Con questa guerra Bush e i 30 governi che lo sostengono tra cui quello di Berlusconi, umilia le Nazione Unite e tenta di imporre la politica unilaterale degli Stati Uniti al resto del mondo".

Greenpeace chiede un immediato cessate il fuoco e la ripresa dei negoziati per la pace e il disarmo. Questa guerra avrà devastanti conseguenze sia umanitarie che ambientali. Questo attacco è un' affronto per tutti coloro che credono nella pace, nella democrazia e nel ruolo imprescindibile delle istituzioni internazionali. “L’uso delle tattiche “terrorizza e colpisci”, con bombardamenti massicci e indiscriminati è illegale per il diritto internazionale e si tradurrà in perdite umane, danni alle infrastrutture civili ed un disastro ambientale che lascerà un’eredità di morte per le generazioni a venire” afferma Senni. Le regole base del diritto umanitario dicono che è illegale lanciare attacchi indiscriminati a obiettivi civili, eppure è il Pentagono ad affermare: “non ci sarà un posto sicuro in tutta Baghdad”.

Greenpeace continua a protestare, in tutto il mondo, contro la guerra. Ieri ci sono state manifestazioni in Hong Kong, in Gran Bretagna, Grecia, Spagna e Germania. Altre sono attese per oggi in altri paesi.

mercoledì 5 marzo 2003

PETER GABRIEL SANREMO E LA PACE

Si siede, gli progono una bandiera arcobaleno che inneggia alla pace, se la stende sulle ginocchia, poi la stringe al cuore. Per Peter Gabriel evitare questa guerra è una priorità.
Peter è ancora il genio musicale a cavallo tra due millenni, l'artista sublime che della globalizzazione ha fatto il suo strumento, spogliandola dell'imperialismo e rivestendola di creatività. Nell'intervista Gabriel non ha per niente l'aria di uno che la prende alla leggera.
dice:
"per me la guerra è una risposta barbara a una situazione difficile. E' d'obbligo sostenerlo davanti ad una platea vasta come questa, in uno spettacolo come il festival che in fondo rappresenta solo la parte più avida dello show business. Non ci sono giustificazioni a una guerra come questa se non una frenetica corsa al petrolio. La pace si verifica quando si rispettano i diritti degli altri, anche quelli irakeni. Io sono per l'unità economica e politica del pianeta Terra. Questa è la globalizzazione che mi piace, io la chiamo cooperazione internazionale e non è certo quella contro la quale protestano i no global. Ho parlato con astronauti che sono stai nello spazio e mi hanno raccontato di come è cambiata da lassù la loro visione del mondo.
Da lontano è un'unica palla blu. L'idea di dividerla è ridicolo, criminale. Apettiamoci un attacco da Marte, non dall'Iraq. Bush, Blair, finitela. Fermate la guerra, usate l'intelligenza.

Alla sera, verso le 22.50 entra a Sanremo sul palco, in una breve intervista dice che la televisione racchiude in se una piccola dose di intelligenza e di cultura, e che se ci sono tante televisioni, questa dose si spande in mille frammenti e la televisione diuventa spesso spazzatura. Se ci fosse una sola televisione, la cultura e l'intelligenza sarebbero concentrate e sarebbe per tutti più facile apprenderne i valori. Prima di cantare Growing Up, dice .... questa canzone è contro la guerra.
Durante lo show, entra in una palla e rotola per il palco.
.....commento
E' la terra la nostra salvezza, non distruggiamo la nostra palla !!!!

lunedì 3 marzo 2003

Anche Peter Gabriel (martedì a Sanremo) si schiera contro la guerra

A poche ore di distanza dalla discesa in campo di George Michael contro una possibile guerra in Iraq, anche Peter Gabriel, atteso martedì al festival di Sanremo, è passato decisamente dalla parte dei pacifisti. Come l'ex Wham, l'ex Genesis è convinto che il premier britannico Tony Blair abbia torto. In quanto al presidente USA George W. Bush, "sarebbe meglio se l'America venisse affidata ad un altro". Gabriel ha esternato il proprio credo al tabloid britannico "Mirror", l'unico dei "red top" del Regno Unito ad essersi apertamente schierato contro l'opzione militarista del governo laburista. Forse non a caso il "Sun", l'acerrimo rivale del "Mirror", appoggia invece incondizionatamente Blair. Il musicista ha aderito alla petizione lanciata appunto dal "Mirror", una raccolta di firme che ha ampiamente sorpassato quota duecentomila.
(1 mar 2003)
fonte: rockol.it
Il 5 marzo digiunerò per la pace, per la pace nel mondo, e non mi importa sapere che questo appello arrivi dal Pontefice Cattolico.
Avrebbe potuto anche arrivare dalla sinistra o dalla destra o dal centro o dal movimento dei no global.
La pace è sempre la pace e io scendo con la mia bandiera di pace a digiunare, perchè la pace non ha barriere, non ha confini, non ha ideologie.
Ogni occasione è buona per manifestare il dissenso alla guerra, ogni appello è doveroso per fermare il massacro dei popoli.
Il 5 marzo, preghero' per tutti voi, ciechi e sordi, perchè il silenzio della pace è meglio del rumore della guerra, perchè la pace non si combatte con gli schieramenti politici.
Un ateo cattolico ebreo mussulmano, laico.



 

mercoledì 26 febbraio 2003

La paura

In verità abbiamo paura.
Nasciamo all'oscuro.
Le esistenze sono poche:
postino dittatore, soldato.
Il nostro destino, incompleto.

Siamo stati educati alla paura.
Odoriamo fiori di paura.
Vestiamo panni di paura.
Di paura, rossi fiumi
guadiamo.

Siamo uomini soltanto
e la natura ci ha traditi.
Ci sono alberi, ci sono fabbriche,
e fame, epidemie.

Ci rifuggiamo nell'amore,
questo celebre sentimento,
e l'amore è venuto meno: pioveva,
c'era vento, faceva freddo a San Paolo.

Faceva freddo a San Paolo...
Nevicava.
La paura, con la sua cappa,
ci mimetizza e ci culla.

Ho avuto paura di te,
mio compagno scuro.
Di noi, di voi; e di tutto.
Mi fa paura l'onore.

E così ci allevano da borghesi.
La nostra strada: segnata.
Perché morire in gruppo?
E se invece vivessimo tutti?

Vieni armonia della paura,
vieni terrore delle strade,
spavento nella notte, timore
di acque inquinate. Stampelle

dell'uomo solo. Aiutateci,
lenti poteri del laudano.
Persino la canzone paurosa
si rompe, ha un brivido e tace.

Faremo case di paura,
duri mattoni di paura,
paurosi steli e zampilli,
strade solo calma e paura.

E con ali di prudenza,
con splendori codardi,
raggiungeremo la cima
della nostra cauta ascesa.

La paura, con la sua fisica,
questo produce: carcerieri,
edifici, scrittori,
questa poesia; altre vite.

La paura totalmente ci invada.
I più anziani capiscono.
La paura li ha cristallizzati.
Statue sagge, addio.

Addio, andiamo avanti
indietreggiando con occhi accesi.
I nostri figli così felici...
fedeli eredi della paura,

popolano la città.
E dopo la città, il mondo.
E dopo il mondo, le stelle.

Danzando la danza della paura.

Carlos Drummond de Andrade
da "A rosa do povo"
I wash my hand of your demolition
troppo comodo è !!!! e invece continuero' a spaccarvi le palle
digging in the dirt !!!!
Ermetico
Partecipo da tempo alla costruzione di una piazza telematica
che si propone come obiettivo di dare spazio a tutti i cittadini
qualiasi sia il loro credo e la loro razza.
Tutto bene sino ad ora, ma arriva la guerra, la guerra immininente che trasmette buio nelle nostre menti.
Molte divergenze, si vuole dare spazio a tutti, non si vuole isolare chi è allineato negli schemi.
Ecco allora come in tutti i periodi di guerra, arrivare la censura.
Potrei fare mille cose, in questo momento in cui mi sento stretto, dentro queste mura civiche.
Potrei dimettermi e sparare le mie ossessività, qui su questo blog.
Non mi sembra possibile che la pace, possa essere strumentalizzata
Non mi sembra possibile che alcuni di voi oggi, dopo la costruzione di questa rete creda che possano esistere guerre e guerre,
guerre da giustificare e guerre da combattere.
Come è possibile che non si voglia interferire su certe assurdità scritte in rete, per non allontare il consenso alla guerra.
Questo mio dissenso verso l'imbavagliamento su certi mie messaggi ossessivi sulla pace .... mi costringono ad attuare un
dissenso verso la rete di "appartenenza".
Non ho l'età per la guerra, ho delle creature adorabili che non posso trascurare, e non posso insegnare loro che esistono guerre giuste e guerre sbagliate.
Cazzo, la guerra è distruzione, non importa chi la fa, per quale ragione, non si deve risolvere tutto con la guerra.
Pace è un valore che arriva nell'individuo. ad un certo punto nella vita, un valore morale, etico, sociale che non ha appartenenza, non ha barriere politiche, non puo' appartenere ad una sola parte politica, la pace non ha confini, nemmeno colori, perchè è mille colori, la pace è fratellanza, è l'apprezzare gli usi e costumi di un'altro popolo, assimililarli e arrichhirsi.
Come posssono raccontarci menzogne questi media, come possono trasmetterci la cultura della guerra.
Ripudio la guerra, le guerre, non volgio risolvere controversie di pochi con l'uccisione di innocenti bambini, con l'embargo, voglio che tutti noi su queta terra siamo senza guerra, e i soldi pergli armamenti che se li ficchino in culo, vogliamo pane, vogliamo acqua per chi non ha un cazzo da mangiare.
.... Per un po' mi occupero' della parte tecnica della rete telematica, non postero' nessun messaggio in quel tritume di scannamento aperto alle correnti di morte, alle giustificazioni, alle paure dello staff.

sabato 22 febbraio 2003

"radio baccano", mondo cristiano indù, buddista ebreo musulmano,
fine del mondo segnale orario colonna sonora di questo scenario
di guerra, un suono distorto, un urlo incazzato
di chi non è morto, ma vive e si muove in mezzo ai palazzi, insieme ad altri cento, mille ragazzi
"radio baccano" come un terremoto niente e nessuno che chiede il tuo voto
niente più leader a guidare le masse
musica dura che buca le casse
mondo che gira "radio baccano"

venerdì 21 febbraio 2003

LASCIA LIBERI I LIBRI
Sapere privatizzato, mercificato, messo al lavoro. Immersi di informazioni e comunicazioni, ci dicono tutto, come dobbiamo vestire, mangiare, pensare e per non morire dobbiamo saper leggere dietro le righe, studiare, capire. agire, trasformare.
Dobbiamo sapere di più e liberamente. Far circolare i liberi pensieri, far circolare le idee, la ciriticità, condividere il sapere.
E’ tempo di RECLAMARE CULTURA LIBERA: dalla mercificazione, dalla stupidità governativa, dalla sottomissione al dominio e al potere, dall'ansia del terrore. La reclamiamo libera di navigare per renderci liberi di apprendere, capire, cospirare, trasformare.
Iniziamo cosi, lasciando liberi i libri. Abbandonateli sulla metropolitana, alle fermate degli autobus, tra le panchine dei giardinetti o sui muretti di periferia, ovunque possano circolare. Cercateli, trovateli, diffondeteli, leggeteli, studiateli e lasciateli liberi di nuovo. Scriveteci sopra, disegnateci, lasciate messaggi, affinchè chiunque li trovi abbia la possibilità di sfamare la propria mente.
RECLAMA CULTURA LIBERA. RECLAMA REDDITO Se non ora quando, se non qui dove, se non tu chi?
Cospirare vuol dire respirare. Per la comunicazione sociale libera dalla comunicazione indotta, del dominio, mercificata, contro l’atomizzazione degli individui e l’inquinamento dei nostri cervelli e dei nostri spiriti. Riprendiamo la parola, riappropriamoci della voce, del corpo, della vita.
Questo sarà il nostro adesivo che troverete sui LIBRI LIBERI in giro per la metropoli:
LIBERA questo LIBRO.
Ora lo hai trovato tu, leggilo, studialo, facci un viaggio, insomma facci ciò che vuoi... Quando lo avrai finito, lascialo di nuovo libero: su una panchina, alla fermata dell’autobus, su un sedile della metro, su un muretto, ovunque tu voglia, affinchè queste pagine, continuino a circolare libere. Affinchè la cultura diventi patrimonio di tutti, al di là di quanto denaro si possieda nel portafoglio, affinchè il sapere non sia mercificato e patrimonio di pochi. Se vuoi, copia questo adesivo, attaccalo su un libro che ritieni importante che gli altri leggano e lascialo libero di viaggiare...cosi che ognuno possa leggerlo e lasciarlo libero di nuovo.

Stipendia
Innumerevoli
Leccapiedi
Voraci
Inetti
Obbedienti

Bidona
Elettori
Rifuggendo
Legalità
Usa
Sconvolgere
Costituzione
Offendendo
Noi
Italiani
Telestreet

Sabato 22 febbraio 2003

inizio delle trasmissioni



Il 15 febbraio in tutto il mondo si é verificato un evento senza precedenti: una rappresentanza di massa dell'umanità ha detto no alla guerra, no all'imperatore Caligola che siede sul trono della Casa Bianca, no ai suoi vassalli locali, cavalli travestiti da senatori. No alla violenza economica e no all'abrogazione della democrazia. Quel che é successo in tutto il mondo segna un passaggio importante. Da questo momento l'impero é isolato, solo con la sua arroganza, solo con la sua ipocrisia.

In Italia negli ultimi anni il potere ha occupato l'intero sistema televisivo, pensando di poter cancellare ogni possibilità di comunicazione, ma il 15 febbraio un'immensa fiumana di persone ha riempito le strade di Roma, a dispetto del silenzio della tivu di regime. Il fatto nuovo é che la comunicazione si é riattivata seguendo percorsi che il sistema televisivo monopolizzato non può né controllare né cancellare. Le bandiere arcobaleno sui balconi di tutte le strade del paese sono uno strumento di comunicazione come cento altri. E fra gli altri ci sono le televisioni di strada, una rete di piccole emittenti che negli ultimi mesi ha conquistato l'attenzione di migliaia di mediattivisti, di ragazzi con la telecamera, di giornalisti indipendenti, di registi, programmatori, montatori, sceneggiatori senza padrone.

Sabato 22 febbraio uscirà allo scoperto una flottiglia di telestreet.


Da qualche mese in giro per l'Italia le telestreet si moltiplicano: gruppi di liberi cittadini che si dotano di una antenna e di un trasmettitore, e mandano immagini e parole nelle case del loro quartiere.
Telestreet é una forma diretta di democrazia della comunicazione, é il superamento della struttura verticale e centrica del sistema televisivo, é ibridazione della televisione con il modello orizzontale della rete.

Sabato 22 febbraio una ventina di telestreet in varie città italiane trasmetteranno contemporaneamente nei loro quartieri, nelle loro strade.
Molte altre si stanno preparando, stanno mettendo a punto gli strumenti tecnici per lanciare il loro segnale, stanno producendo le immagini e le parole con cui riscaldare l'infosfera che il potere vorrebbe raggelare... e l'aria diventera' piu' respirabile per tutti...
[
www.telestreet.it]


Elenco
BA (Monopoli) La confraternita del rosso
BO Albornoz TV-Telestreet (San Ruffillo)
BO TeleImmagini-Telestreet (Bolognina)
BO TVTB tv-Telestreet (Bitone Fossolo2)
BS (per ora in segreto)
CT (per ora in segreto)
FI Gli Anellimancanti TV-Telestreet (Santa Maria
Novella)
LT (Gaeta) La Voce del sud-Telestreet
LT (Scauri) Tele In-Telestreet
MI Nomade Tv-Telestreet (viale Monza)
MI Mosaico Tv-Telestreet (Porta Venezia)
PA (Termini Imerese) Telefabbrica-Telestreet (rediviva)
PA TiVitti-Telestreet
PD RagnaTele-Telestreet
PD (Este) Este Tv-Telestreet
PD (Villa Estense) Challenger Tv-Telestreet
PI OttolinaTv-Telestreet
RM Pitbull Tv (Tuscolano Cerveteri)
RM Tele Aut-Telestreet
RM Challenger Tv-Telestreet
RM SpegniLa Tv-Telestreet (Primavalle Roma nord)
SI SienaCrew (su cavo)
VI No Privilegi Politici -Telestreet

martedì 18 febbraio 2003

La Kultura, poi ti cura con premura .... cia cia cia.
Zero meno di zero in geografia


Ecco dov'è l'Iraq secondo la CNN.



Ma dov'è la kultura americana.
Neppure le conoscenze di base !!!!

cliccate qui:
http://italy.indymedia.org/news/2003/02/180064.php

Metto questo link per leggere il messaggio di questo grande appello di Suor Evelina al Pontefice.
Che la pace sia con voi.
http://db.peacelink.org/forum/thread.php?id_forum=3&id=157

aggiungo per chi volesse farlo, che è possibile aderire all'appello inviando la propria adesione, con una email.
Ad oggi hanno già aderito 1232 persone, che hanno scelto di pensare al di la delle loro barriere politiche.
Aderendo online a questo appello, una copia della tua adesione verra' inviata via email all'Osservatore Romano
e al Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace



 

sabato 15 febbraio 2003

PACE !!!


 


 


 


 


 


 


 


 


ecco la foto della pace, fatta da uno scudo umano formato da 15 mila persone, a Milano questa mattina, nel parco dell'ex ospedale psichiatrico

UN GRANDE SIMBOLO DELLA PACE A MILANO,  VISIBILE DAI SATELLITI DI BUSH


Oltre 15 mila persone e un gigantesco simbolo della pace fatto da donne, uomini, bandiere arcobaleno e lenzuola bianche. Un simbolo così grande che lo possono vedere anche i satelliti di Bush: è quello che si è formato questa mattina poco dopo le 11, a Milano, nel parco dell'ex ospedale psichiatrico Paolo Pini.
All'iniziativa, lanciata da Radio Popolare, la folla dei partecipanti è stato al di la' di ogni aspettativa!



 

venerdì 14 febbraio 2003

Diretta della Manifestazione del 15 Febbraio 2003


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 

GUARDA LA DIRETTA DELLA MANIFESTAZIONE DELLA PACE DEL 15 FEBBRAIO 2003

Nella giornata mondiale contro la guerra del 15 febbraio 2003 Globaltv farà una copertura dell'evento con una diretta televisiva che avrà anche dei collegamenti con una parte delle 42 città nel mondo che aderisticono all'iniziativa.

GLOBAL TV
trasmette via satellite
SABATO 15 FEBBRAIO dalle h. 1 2 alle h. 20
indicazioni di ricezione:
Hot Bird 13° E
frequenza 11.199
Polarizzazione verticale
Symbolrate 27500
Global tv verrà trasmessa integralmente in diretta da PLANETE (Telepiù)
Apriranno delle finestre sull' emissione in diretta di Global Tv
La 7, il circuito di 19 emittenti locali di TEAM TV e STREAM NEWS
analoghi accordi sono in via di definizione con una altra serie di emittenti locali in streaming:
www.tvglobal.org

lunedì 10 febbraio 2003

Un professore di filosofia era in piedi davanti alla sua classe, prima della lezione, ed aveva davanti a sé alcuni oggetti. Quando la lezione cominciò, senza proferire parola il professore prese un grosso vaso per la maionese, vuoto, e lo riempì con delle rocce di 5-6 cm di diametro.
Quindi egli chiese agli studenti se il vaso fosse pieno, ed essi annuirono.
Allora il professore prese una scatola di sassolini, e li verso nel vaso di maionese, scuotendolo appena. I sassolini, ovviamente, rotolarono negli spazi vuoti fra le rocce.
Il professore quindi chiese ancora se il vaso ora fosse pieno, ed essi furono d'accordo.
Gli studenti cominciarono a ridere, quando il professore prese una scatola di sabbia e la verso nel vaso.
La sabbia riempi ogni spazio vuoto. "Ora", disse il professore, "voglio che voi riconosciate che questa e la vostra vita. Le rocce sono le cose importanti - la famiglia, il partner, la salute, i figli, l'amicizia - anche se ogni altra cosa dovesse mancare, e solo queste rimanere, la vostra vita sarebbe comunque piena.
I sassolini sono le altre cose che contano, come il lavoro, la casa, la moto, l'auto. La sabbia rappresenta qualsiasi altra cosa, le piccole cose. Se voi riempite il vaso prima con la sabbia, non ci sarà più spazio per rocce e sassolini. Lo stesso e per la vostra vita; se voi spendete tutto il vostro tempo ed energie per le piccole cose, non avrete mai spazio per le cose veramente importanti. Stabilite le vostre priorità e dedicate più tempo alle cose importanti, il resto e solo sabbia".
Dopo queste parole, a lezione quasi terminata... Uno studente si alzò e prese il vaso contenente rocce, sassolini e sabbia, che tutti, a quel punto, consideravano pieno, e cominciò a versargli dentro un bicchiere di birra.
Ovviamente la birra si infilò nei rimanenti spazi vuoti, e riempì veramente il vaso fino all'orlo.
Morale della storia?
Non importa quanto piena e la vostra vita, c'e sempre spazio per una BIRRA!!!

MANIFESTAZIONE PER LA PACE ANCHE A MILANO IL 15 FEBBRAIO


Per chi non va a Roma, si farà anche una manifestazione contro la guerra a Milano, insieme con i sindacati di base.
L'appuntamento è per sabato 15 febbraio alle 15.30 in Largo Donegani vicino al consolato americano
Ci sarà sicuramente un gruppo del Partito Umanista, ci saranno i CUB e altri sindacati di base. Chiunque vuole aggregarsi, come CdC, come Movimento, ecc. è benvenuto.



 

domenica 9 febbraio 2003

No alla Guerra




















 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 

Berlusconi  attacca i pacifisti e la sinistra: "Cercano
di rovesciare il governo con le manifestazioni di piazza"
Eppure la sinistra in queste ore sta appoggiando il piano Mirage per evitare la guerra in Iraq.
Sono sempre piu' convinto che il presidente imprenditore abbia qualche affare segreto con gli americani, se si ostina a portare l'italia in guerra, se si ostina e persiste in una guerra di massacro, qualcosa ci deve essere sotto che mi sfugge. Come puo' un presidente ostinarsi a condurre una battaglia a favore dell'america e dei suoi interessi, una guerra che senz'altro indebolirà l'europa e farà diminuire il turismo nel nostro paese.
Isoliamo il Presidente, ....
Fermiamo la Guerra all' IRAQ


 


 


 


 


 


 


 


Fermiamo la guerra del petrolio, fermiamo con tutte le nostre forze questa guerra voluta dagli americani per stabilire chi sarà il padrone del petrolio nei prossimi 50 anni. Una guerra voluta a tutti i costi, per indebolire l'Europa. Eppure il nostro presidente non l'ha capita e continua a fare il lecchino di Bush.
Isoliamo Berlusconi, lasciamolo solo, facciamo di tutto per mostrare il nostro dissenso ad una guerra senza senso che come tutte le guerre mieterà vittime tra civili indifesi, uomini donne e bambini.
Una guerra  che come tutte le guerre impoverirà le risorse del nostro pianeta. Una guerra che come sempre serve pèer eliminare le scorie radioattive delle centrali nucleari americane, serve ai trafficanti  d'armi per incrementare il loro business.

sabato 8 febbraio 2003

 

 

 

 

 

ãÞÊØÝÇÊ ãä ÎØÇÈ ÇáÑÆíÓ ÇáÃãÑíßí ÌæÑÌ ÈæÔ ÈÊÇÑíÎ 24 ÍÒíÑÇä íæäíæ 2002:
"íÓÊÏÚí ÊÍÞíÞ ÇáÓáÇã ÞíÇÏÉ ÝáÓØíäíÉ ÌÏíÏÉ æãÎÊáÝÉ
ÃÏÚæ ÇáÔÚÈ ÇáÝáÓØíäí áÇäÊÎÇÈ ÞÇÏÉ ÌÏÏ¡....¡ ÃÏÚæåã áÈäÇÁ ÏíãÞÑÇØíÉ ÝÚÇáÉ ÞÇÆãÉ Úáì ãÈÇÏÆ ÇáÊÓÇãÍ æÇáÍÑíÉ.
...... ÇáÞæÉ (Ýí ÝáÓØíä) åí Ýí ÞÈÖÉ ÞáÉ ÛíÑ ãÓÄæáÉ.
Çáíæã¡ íÚíÔ ÇáÔÚÈ ÇáÝáÓØíäí Ýí ÖíÞ ÇÞÊÕÇÏí¡ íÒíÏå ÓæÁÇ ÇáÝÓÇÏ ÇáÍßæãí¡ ÊÍÊÇÌ ÇáÏæáÉ ÇáÝáÓØíäíÉ ÇÞÊÕÇÏÇ ãÊÝÇÚáÇ¡ ÍíË Êßæä ÇáÊÌÇÑÉ ÇáÕÇÏÞÉ ãÔÌÚÉ ãä ÞÈá ÍßæãÉ ÕÇÏÞÉ."
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Palestine

BUSH PREME:

L'attacco in tempi brevi !
L'attesa indebolisce l'efficenza dei nostri uomini ...
... Li fa pensare a ciò che fanno


LA ESSO VA ALLA GUERRA
Mentre il Mondo intero è in trepidante attesa di vedere come finirà il braccio di ferro tra USA e resto del mondo sul minacciato intervento militare in Iraq, c'è chi inizia a prepararsi. E' della fine di settembre, infatti, la stipula di accordo tra Exxon Mobil, la più grande multinazionale petrolifera ed il Dipartimento di Stato della Difesa statunitense di Donald Rumsfeld . Ad un prezzo fissato a poco meno di 48 milioni di euro, la Exxon, che in Europa è proprietaria del marchio Esso, fornirà carburanti e oli lubrificanti per la marina, l'esercito, il corpo dei marines, l'aviazione, le basi NATO e tutte le agenzie afferenti al Dipartimento. La Esso rifornirà anche le basi militari americane e della NATO presenti sia sul territorio italiano. Il contratto non è vincolato all'attuale anno finanziario e si esaurirà solo alla fine di settembre del 2005, data entro la quale, evidentemente, Bush pensa di aver finito il suo lavoro in Medio Oriente. La commessa e rappresenta un'ulteriore prova di quanto stretto sia il legame tra G.W Bush e la multinazionale del petrolio che, per i suoi impegno a sostegno del candidato repubblicano alla ultime presidenziali, aveva già incassato il diniego da parte statunitense di aderire al trattato di Kyoto sul taglio delle emissioni di gas serra e l'emanazione di un piano energetico nazionale che punta al rilancio delle attività estrattive e ad un aumento nell'uso di combustibili fossili che porterà gli USA ad incrementare le emissioni di gas serra di circa il 26% rispetto agli scorsi anni. Di fronte a tanta ostentata arroganza c'è chi ha deciso da fare guerra alla Esso usando il terreno di scontro più consono alla multinazionale: il mercato. Da oltre un anno, infatti, è in piedi una campagna di boicottaggio dei prodotti petroliferi a marchio Esso, lanciata in Gran Bretagna e presto estesasi , tra l'altro, in USA, Francia, Austria, Germania, e Australia. Che la strategia di azione diretta sul mercato iniziasse ad affaticare le politiche irresponsabili della compagnia statunitense, lo si era capito già nel corso dell'ultima riunione degli azionisti, allorquando, su suggerimento di accreditate agenzia di consulenza finanziaria, circa il 20% dei proprietari di azioni della Exxon aveva richiesto formalmente che l'azienda fosse più presente sul mercato delle energie alternative e la smettesse di spendere soldi in pubbliche relazioni dirette a convincere la pubblica opinione dell'inesistenza dell'effetto serra e del suo legame con i combustibili fossili. Secondo un recente sondaggio dell'agenzia MORI, nell'arco di una anno, il numero degli inglesi che dichiarano di rifornirsi periodicamente nelle stazioni Esso è sceso di un quarto e circa un milione di guidatori hanno dichiarato di boicottare la compagnia per la sua politica in merito ai cambiamenti climatici. Dalla ricerca emerge che, alla domanda su dove si riforniscono regolarmente di carburanti, nel 2001 il 26% aveva risposto Esso contro il 19% dell'ultimo sondaggio. Che una politica più attenta alle esigenze di tutela ambientale siano orami una strategia anche per il mercato, è dimostrato dal dato, rilevato dalla stessa agenzia, che la BP, che al contrario ha deciso di non disconoscere le proprie responsabilità sui cambiamenti climatici e sta investendo molte risorse nella ricerca su fonti rinnovabili, è passata da 18% al 21% nelle preferenze dei guidatori.
E i risultati di questa campagna si stanno facendo vedere anche altrove. Dopo poco che fossero stati pubblicati i risultati della ricerca di mercato della MORI, la Deutsche Bank ha prodotto un rapporto sulla Exxon destinato agli specialisti in investimenti in cui si dipingeva la compagnia statunitense come un investimento rischioso a seguito della campagna di boicottaggio inglese. Secondo gli analisti del settore, infatti, essere considerati nemici dell'ambiente N°1 da Greenpeace ed altre organizzazione mette il marchio Esso a forte rischio, rinforzato anche dall'assenza di una politica aziendale sullo sviluppo di altri settori energetici che non riguardino i combustibili fossili .

Al dottor Francesco Sciortino
Console Generale d'Italia
a San Francisco

Si comunica che nell'ambito delle iniziative di mobilitazione internazionale contro la guerra che si terranno nei giorni 15-16 Febbraio 2003, un comitato di Italiani residenti nella circoscrizione consolare di San Francisco ha organizzato una manifestazione pacifica e non violenta di protesta contro il governo Berlusconi ed il suo appoggio alla campagna bellica statunitense contro l'Irak. Tale manifestazione inizierà alle ore 10:00 del 16 Febbraio 2003, presso la sede del Consolato Generale d'Italia al 2590 di Webster Street a San Francisco. Alla fine della manifestazione i partecipanti si uniranno alla marcia per la pace che si snoderà per le vie della città e al rally che si terrà al Civic Center di San Francisco. Vorremmo che in tale giorno, il Signor Console Generale d'Italia o un suo delegato ricevesse personalmente una nostra delegazione e che trasmettesse al Governo e al Parlamento italiani il seguente comunicato: Noi italiani residenti all'estero nella circoscrizione consolare di San Francisco ci uniamo a tutti coloro i quali oppongono la guerra contro l'Irak. In particolare ci uniamo all'organizzazione umanitaria italiana Emergency nel gridare FUORI L'ITALIA DALLA GUERRA e nel ribadire che : "Vogliamo un mondo basato sulla giustizia e sulla solidarietà. Ripudiamo la violenza, il terrorismo e la guerra come strumenti per risolvere le contese tra gli uomini, i popoli e gli stati. Chiediamo che l'Italia, di fronte alla minaccia di un attacco militare contro l'Iraq, non partecipi ad alcun atto di guerra, nel rispetto della Costituzione. Non vogliamo essere corresponsabili di nuovi lutti, né vogliamo alimentare la spirale del terrore. Basta guerre, basta morti, basta vittime."
Comitato italiani residenti all'estero contro la guerra Per ulteriori informazioni si prega di contattare Giulia Centineo gckg@cats.ucsc.edu
casa: (831) 761-8199
ufficio: (831) 459-2039

giovedì 6 febbraio 2003

RETE LILLIPUT - Comunicato stampa del 4/2/2003

IRAQ - RETE LILLIPUT LANCIA AL CAMPAGNA DI PRESSIONE ELETTRONICA "CHIEDO UN VOTO DI PACE" DESTINATA AI PARLAMENTARI. UN SOFTWARE AVANZATO PER RAGGIUNGERE DIRETTAMENTE IL DEPUTATO DEL PROPRIO COLLEGIO

Il 70% degli italiani è contro la guerra preventiva annunciata dagli Stati Uniti contro l'Iraq. Per favorire un'opposizione civile ed efficace al conflitto Rete Lilliput lancia una petizione on line per raggiungere i parlamentari italiani con un appello a favore della pace. Dal sito
http://www.retelilliput.org - grazie ad un sistema ideato appositamente dai tecnici lillipuziani - e' possibile per i cittadini italiani spedire al parlamentare del proprio collegio un messaggio contro la guerra.
All'interno dell'appello vengono rivolte tre esplicite domande
all'onorevole di turno:
a) Quali iniziative ha assunto o intende assumere per prevenire questa catastrofe?
b) E' favorevole o contrario alla guerra contro l'Iraq?
c) E' favorevole o contrario al coinvolgimento dell'Italia
nella guerra contro l'Iraq, anche attraverso un coinvolgimento indiretto (concessione delle basi e dello spazio aereo)?
Con questo appello Rete Lilliput invita i cittadini ad effettuare pressione presso i deputati e i senatori affinché le istituzioni parlamentari, in quanto rappresentanti della popolazione italiana, agiscano responsabilimente in accordo con il diffuso rifiuto della guerra, Rete Lilliput parteciperà inoltre alla manifestazione contro la guerra programmata per il 15 febbraio a Roma che vedrà insieme tutte le realtà internazionali impegnate nella costruzione di un mondo di pace.

Gb, blitz nel porto di Southampton. Proteste e arresti anche all'aeroporto irlandese di Shannon (di Orsola Casagrande, da "il manifesto" del 5 febbraio 2003)

Nuova azione ieri degli attivisti di Greenpeace nel porto militare di Southampton: diverse persone sono riuscite a penetrare nel super protetto settore del porto e ad incatenarsi ai carrarmati destinati al Golfo Persico. Da Portsmouth dovrebbero partire nei prossimi giorni diverse navi cargo, ma il porto è ormai da quasi due settimane diventato il nucleo delle azioni di Greenpeace. Infatti, lunedì scorso la Rainbow Warrior, la barca di Greenpeace famosa per i suoi atti di pace, è arrivata per bloccare il porto e impedire ai materiali di guerra di essere imbarcati e quindi mandati nel Golfo. Lunedì il ministero della difesa ha chiesto all'Alta corte di bloccare con una ingiunzione le azioni future di Greenpeace. Ma ieri gli attivisti hanno fatto il bis, mentre in tribunale i legali dell'associazione presentavano ricorso contro gli arresti dei giorni scorsi sostenendo che la polizia non aveva il diritto di salire a bordo della Rainbow Warrior. Le azioni di Greenpeace seguono di un paio di settimane la due giorni contro la guerra che si è svolta a Londra, davanti al quartier generale di Woodworth. Fino a questo momento l'azione più eclatante è stata però quella dei due macchinisti che in Scozia si sono rifiutati di guidare i treni destinati alla base Nato scozzese e carichi di materiali bellici da spedire nel Golfo. Intanto sono decine i presidi che si stanno organizzando in tutto il paese davanti alle basi Nato e ai porti militari. Nonostante la scarsa pubblicizzazione, anche in Irlanda il movimento contro la guerra continua ad organizzare eventi. Il più importante è certamente il campo pacifista permanente davanti all'aeroporto di Shannon. Il governo irlandese infatti ha concesso agli Stati uniti di utilizzare Shannon per gli aerei diretti nel Golfo. Nei giorni scorsi ci sono stati diversi arresti: alcuni attivisti infatti sono riusciti ad avvicinarsi agli aerei da guerra e a danneggiarli a colpi di ascia e martello. Per i cinque pacifisti arrestati lunedì è stato confermato l'arresto per danneggiamento. Il Sinn fein, i verdi, l'Irish socialist party, tutti contrari alla guerra contro l'Iraq, hanno presentato diverse mozioni in parlamento per chiedere al governo di spiegare la concessione dell'aeroporto di Shannon all'aviazione militare americana.

domenica 2 febbraio 2003

Quando ero bambino restavo muto e affascinato

guardando all' orizzonte il crescere costante

del cemento armato.

Poi, crescendo scoprii l' importanza e la vitalità  del vento.

 

...Martin si svegliava nella capanna di giunco e...

Osservava il soffio del vento ,

cullare le fronde degli alberi nella grande foresta.

 

...Sentiva il profumo della natura

accarezzava la sua purezza,

niente tristezza, niente paura.

 

Mentre io, sentivo l'ululare del vento

imprigionato dai blocchi di cemento.

fonte: dal Libro " Dalla realtà all'immaginazione "

sabato 1 febbraio 2003

La rivista, USA, Time sta facendo un sondaggio on line fra i suoi lettori per verificare quale sia il paese che,
secondo l'opinione pubblica internazionale, costituisce oggi la più grave minaccia per la pace nel mondo.
Propone come ipotesi di risposta tre paesi:
Nord Corea, Iraq, USA.
Per ora, dopo oltre 300.000 risposte, gli USA sono in testa con oltre l'80% dei voti.
Sono perciò già in testa, ma facciamo il nostro dovere di alleati aiutandoli a stravincere.
PARTECIPATE AL VOTO!
Il sito è:
www.time.com/time/europe/gdml/peace2003.html
dal sito: www.emergency.it
Venerdi 31 Gennaio 2003 ore 10:15 AM
argomento: Iniziative Nazionali fonte: paola ballardin Sede
PACE: due importanti iniziative a Milano e Roma

MILANO 10 FEBBRAIO 2003
Nell'ambito delle iniziative di mobilitazione contro la guerra, segnaliamo che a MILANO si svolgerà una serata di "Parole e Musiche contro la Guerra" presso il Mazda-Palace (MM Lampugnano) Lun. 10 feb. 2003 ore 20- con la partecipazione di artisti e relatori come Vinicio Capossela, Moni Ovadia, Jovanotti, Mercanti di Liquore, Dario Fo e Franca Rame, Paolo Rossi, Alex Zanotelli, Fabio Alberti, Gino Strada (in collegamento telefonico) e tanti altri.



Ingresso a Sottoscrizione: 5 euro; tagliandi di ingresso disponibil presso Emergency, via Orefici 2 (4 piano) -da lun a ven 10-18.

ROMA 15 FEBBRAIO 2003
Emergency co-promuove e partecipa alla manifestazione Nazionale contro la guerra che si terrà il prossimo 15 febbraio a Roma in concomitanza con numerose altre manifestazioni in tutte le capitali europee e in molte città del mondo.

E' importante che la presenza del "popolo di Emergency" sotto i nostri striscioni sia imponente, quindi invitiamo tutti a partecipare informandosi a livello locale sulla disponibilità di treni speciali o autobus organizzati anche da altre associazioni (CGIL, ACLI, ARCI, ecc.). Al più presto vi comunicheremo il luogo e l'ora di ritrovo a Roma. Da Milano partiranno treni speciali per i quali saremo in grado di dare dettagli nei prossimi giorni. Sul sito
www.fermiamolaguerra.it saranno forniti dettagli sulla manifestazione (ora di partenza, percorso del corteo, piazza di arrivo, ecc.), ancora in fase di definizione. Vi aspettiamo numerosissimi!


Paura a sinistra

di RICCARDO BARENGHI
Di fronte a un proclama, un pronunciamento come quello del presidente del consiglio, l'opposizione poteva imboccare due strade. Reagire o spaventarsi. Si è spaventata. Di fronte all'ipotesi di una condanna del presidente del consiglio e di conseguenti (chissà perché, basterebbe cambiare premier mantenendo la stessa maggioranza) elezioni anticipate, i dirigenti dell'Ulivo sono stati presi dal panico. Forse, chissà, speravano che la Cassazione spostasse i processi, così da poter essere loro ad attaccare e non a difendersi.

Ma perché devono difendersi, da che cosa devono difendersi? Silvio Berlusconi non è un perseguitato dai giudici, è un ricco e potente imprenditore passato alla politica accusato di aver commesso decine di reati, per alcuni è stato condannato, per altri prescritto per decorrenza termini (grazie ai suoi cento avvocati), per qualcuno assolto, per altri ancora è sottoposto al giudizio di un tribunale, appunto quello di Milano. Se Berlusconi ha corrotto la Guardia di finanza, ha finanziato illecitamente i partiti, ha falsificato i bilanci, ha corrotto o fatto corrompere magistrati, non è stato perseguitato né dai giudici né dalla sinistra, né da dio. Si è perseguitato da solo. Basterebbe dire questo.

Oppure gli si potrebbe dire che il punto non sono né i giudici né le elezioni né l'investitura popolare. Fumo negli occhi, specchietti per le allodole (e le allodole ci sono cascate). Ma come, uno che da due anni fa la politica più antisociale che l'Italia abbia mai conosciuto, attaccando nel profondo i diritti di chi lavora e anche di chi il lavoro non ce l'ha , che si permette di usare il parlamento come fosse il suo servitore, che si inginocchia di fronte al presidente americano e alla sua guerra, che in Europa si unisce ai peggiori, che vuole reintrodurre l'immunità parlamentare, che vorrebbe essere intoccabile vita natural durante, uno che premia chi non paga le tasse e punisce chi le paga, che possiede tre televisioni e dirige le altre tre, che sommergerà il paese sotto un diluvio di cemento, che pur di mantenere il potere venderebbe anche l'anima (l'ha già venduta?). A uno così che si presenta su tutte e sei le sue televisioni con un comizio sudamericano, minaccioso, allusivo, inquietante come risponde l'opposizione? Che, per carità presidente, non c'è alcun bisogno che si dimetta anche se condannato.

Fantastico, eppure bastava poco per reagire all'altezza della situazione. Bastava accettare la sfida e combattere, anche fino alle elezioni, con le armi della politica. Certo, a condizione di averla, una politica.

fonte: http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/31-Gennaio-2003/art11.html


Oggi rassegna stampa speciale, interamente dedicata al modo in cui le edizioni online dei giornali italiani hanno presentato la giornata romana di Bill Gates e le manifestazioni di protesta organizzate dai sostenitori del software open source. Ironica Repubblica, che mette in luce come il discorso di Bill Gates al Senato, originariamente previsto come una conferenza sulla globalizzazione, abbia appena sfiorato l'argomento, concentrandosi piuttosto sulla presentazione dei nuovi prodotti Microsoft. In un altro articolo il quotidiano riferisce invece della protesta dei sostenitori del software open source, che hanno assediato il Senato vestiti da pinguini. Più dura l'Unità, che parla esplicitamente di spot pubblicitario della Microsoft e di imbarazzo dei senatori, che si aspettavano qualcosa di più. il Corriere riferisce sobriamente della visita romana del massimo rappresentante dell'industria high tech Usa e delle proteste che l'hanno accompagnata, ma offre interessanti spunti sulle parti del discorso che hanno toccato il rapporto fra ricerca universitaria ed economia. Anche la Stampa sceglie un tema specifico, vale a dire il tentativo di Microsoft di rassicurare l'Europa in merito ai problemi di privacy sollevati dalla tecnologia Passport, mentre affronta la questione delle contestazioni aprendo un forum per raccogliere le opinioni dei lettori su pregi e difetti di software proprietario e software open source. Infine il Nuovo si limita a celebrare i fasti della giornata mondana di Bill Gates e del suo incontro privato con Berlusconi. Tracciato questo sommario bilancio mediatico non ci resta che ringraziare i lettori di Quintostato per la massiccia adesione alla nostra campagna. Abbiamo infatti rivevuto migliaia di lettere a sostegno dell'iniziativa del senatore Fiorello Cortiana che aveva sollecitato il Presidente del Senato a invitare, dopo Bill Gates, il fondatore della Free Software Foundation Richard Stallman, in modo che i rappresentanti del popolo italiano avessero modo di mettere a confronto i diversi scenari di futuro legati a queste due tecnologie concorrenti. Non ci stupisce che la protesta sia rimasta inascoltata e che a risuonare in Senato sia stata solo la campana del software proprietario. Ma non ci scoraggiamo: la battaglia è appena iniziata, e per parte nostra non mancheremo di continuare a offire il nostro contributo.
Inviato da Carlo Formenti , 09:34 AM fonte: www.quintostato.it