Questo post non contiene una notizia, ma mi piacerebbe stimolare un pò di discussione. Lo metto qui (e non nel forum) per controbilanciare i numerosi post anti-voto che ho letto finora.
In questi giorni diverse persone che sento politicamente vicine (nell'area "antagonista", come la chiama qualcuno) hanno deciso di non votare. Secondo me si tratta di un grave errore strategico.
Chiunque cerchi di portare avanti una visione del mondo "diversa" sa benissimo che nulla cambierà finchè una massa critica di persone non diventerà cosciente, e sarà disposta a lottare contro il sistema per guadagnare la propria libertà e il diritto ad autodeterminare la propria vita. Il significato di "massa critica" è variabile: può essere un gruppo di poche centinaia di operai che blocca totalmente la produzione (come successo a Melfi), o può essere una folla oceanica che invade le strade per rivendicare il proprio futuro. La parola chiave, in ogni caso, è: prendere coscienza, essere uniti, attaccare il sistema nei punti scoperti, far sapere che si è disposti alla lotta.
Perchè questa presa di coscienza avvenga, però, è necessario discutere, confrontarsi, imparare dalla storia e dalle esperienze degli altre persone (compagni e non) con cui intraprendere il cammino di lotta.
Tutto questo è possibile solo in un clima di libertà di espressione. Ogni brandello di libertà di espressione strappato al sistema diventa una possibilità in più di discutere, confrontarsi, aumentare il coinvolgimento e quindi cambiare le cose.
I sostenitori del non-voto dovrebbero chiedersi se questo clima di libertà (anche parziale) sarà più facile da ottenere con le sinistre al potere, o con le destre.
La risposta mi sembra semplice: le sinistre formano una coalizione politica eterogenea, in cui le diversità di vedute e l'innata litigiosità (dovuta proprio alle diverse opinioni, oltre che alle questioni di palazzo) rendono difficile qualsiasi colpo di mano liberticida. Le destre, invece, sono formate da servi di Berlusconi senza coraggio nè dignità, pronti a sottomettersi a qualsiasi ordine del capo.
L'unica strategia percorribile, secondo me, è quindi quella di votare le sinistre, e di opporre contro le loro scelte parlamentari una forte opposizione "da sinistra" nel proprio agire politico quotidiano.
Alcuni sostengono che il voto legittimi il sistema. Questo è vero... ma vista la situazione attuale, il sistema sarà comunque "legittimato" dalle altre persone che decideranno di votare, e che saranno la maggioranza. Anche per cambiare questa situazione occorre confronto, scambio di opinioni... E si torna al discorso sulla libertà di espressione.
Alcuni sostengono che il voto rappresenti il sintomo della delega, e della rinuncia all'attività politica individuale. Non sono d'accordo: il voto può essere un'arma strategica anche nel proprio cammino politico lontano dai centri del potere. E' uno strumento per modificare (anche se di poco) l'ambiente in cui portare avanti le proprie rivendicazioni. E' inutile farsi illusioni: il sistema esiste, non lo si può ignorare; per combatterlo occorre conoscerlo e sfruttare le sue debolezze.
Il diritto di voto rappresenta proprio una di queste debolezze. Non dimentichiamo che esso è stato conquistato a caro prezzo dai nostri padri e madri. Il voto non è sicuramente sufficiente, da solo, a creare la rivoluzione... ma non possiamo neanche pensare di poter fare la rivoluzione ricominciando dal niente, gettando via le conquiste che ci troviamo servite su un piatto d'argento (e che forse per questo vengono sottovalutate).
Se le destre prenderanno il potere, la situazione rischia di diventare catastrofica. La repressione potrà dilagare senza alcun freno, i media "ufficiali" saranno occupati, e il controllo sociale sarà strettissimo: sarà estremamente difficile comunicare le proprie idee e le proprie rivendicazioni. La scena "antagonista" attuale vive su diritti dati per scontati (come la libertà di movimento e comunicazione), e in una situazione del genere si troverebbe costretta alla lotta clandestina, senza avere una preparazione adeguata per gestirla. Questa situazione rischia di favorire l'isolamento del "movimento" e i personalismi, con effetti distruttivi anche sul rapporto tra movimento e società.
Questo scenario mi sembra pericolosissimo per tutt*, ed estremamente realistico. Per questo vi invito a non favorirlo: votate, e proseguite il vostro impegno politico quotidiano.
P.S. tratto dal sito indymedia italia, postato da un anonimo che si firma anarchico.
http://italy.indymedia.org/news/2004/06/569490.php
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