Anche i blog in sciopero, il 14 luglio .
Contro il decreto Alfano, il 14 luglio, per la prima volta nella storia della Rete, i blog osserveranno una giornata di silenzio.
"Non si tratta di un'adesione allo sciopero dei giornalisti, ma di una protesta della Rete italiana contro un provvedimento che avrà l'effetto di disincentivare l'uso dei blog e delle libere piattaforme di condivisione dei contenuti", dicono in una nota i promotori dell'iniziativa, il blogger e giornalista Alessandro Gilioli e il docente di diritto informatico Guido Scorza. Al posto dei consueti post, i blog italiani pubblicheranno solo un banner di protesta contro il provvedimento, "in particolare contro quella parte che soffoca la libertà della Rete con il pretesto dell'obbligo di rettifica". "I blogger - dice la nota - sono già oggi del tutto responsabili, in termini penali, di eventuali reati di ingiuria, diffamazione o altro: non c'é alcun bisogno di introdurre sanzioni insostenibili per i 'citizen journalist'. Chiediamo ai blog e ai siti italiani - conclude - di fare una giornata di silenzio, con un logo che ne spiega le ragioni, nel giorno in cui anche i giornali e le tv tacciono. E' un segnale di tutti quelli che fanno comunicazione che, insieme, dicono al potere: 'Non vogliamo farci imbavagliare'".
Contro il decreto Alfano, il 14 luglio, per la prima volta nella storia della Rete, i blog osserveranno una giornata di silenzio.
"Non si tratta di un'adesione allo sciopero dei giornalisti, ma di una protesta della Rete italiana contro un provvedimento che avrà l'effetto di disincentivare l'uso dei blog e delle libere piattaforme di condivisione dei contenuti", dicono in una nota i promotori dell'iniziativa, il blogger e giornalista Alessandro Gilioli e il docente di diritto informatico Guido Scorza. Al posto dei consueti post, i blog italiani pubblicheranno solo un banner di protesta contro il provvedimento, "in particolare contro quella parte che soffoca la libertà della Rete con il pretesto dell'obbligo di rettifica". "I blogger - dice la nota - sono già oggi del tutto responsabili, in termini penali, di eventuali reati di ingiuria, diffamazione o altro: non c'é alcun bisogno di introdurre sanzioni insostenibili per i 'citizen journalist'. Chiediamo ai blog e ai siti italiani - conclude - di fare una giornata di silenzio, con un logo che ne spiega le ragioni, nel giorno in cui anche i giornali e le tv tacciono. E' un segnale di tutti quelli che fanno comunicazione che, insieme, dicono al potere: 'Non vogliamo farci imbavagliare'".
Nessun commento:
Posta un commento