Un’indagine sulle api che dura da 10 anni
L’indagine, condotta ogni anno dalla Bee informed partnership, in collaborazione con gli Apiary Inspectors of America e con il finanziamento del Governo americano, raccoglie i dati del maggior numero di apiari, siano essi commerciali che di piccola scala. “È il secondo anno che si verificano alti tassi di perdita d’estate, il che è motivo di seria preoccupazione”,
ha dichiarato Dennis van Engelsdorp, un assistente di entomologia
presso l’Università del Maryland e direttore del progetto del Bee
informed partnership. “Alcune perdite invernali sono normali e sono
previste. Ma il fatto che gli apicoltori stiano perdendo le api in estate, quando dovrebbero essere più sane, è abbastanza allarmante”.
Già, perché perdere quasi la metà delle comunità non è certo un fatto
che accade ogni anno. Secondo i dati forniti dall’associazione, è stato il 2013 l’anno peggiore, superando il 45 per cento. La colpa, si legge nella nota, è da ricondursi in particolare all’aumento del Varroa destructor, un acaro letale, che uccide le larve e le pupe degli insetti prima della loro completa maturazione. Ma colpevoli sono anche i pesticidi e l’utilizzo errato del suolo, che toglie fonte di nutrimento agli insetti.
A rischio l’impollinazione
L’indagine iniziata 10 anni fa, ha permesso di raccogliere dati da più di 5700 apicoltori in 48 Stati, responsabili del 15 per cento delle circa 2,6 milioni di colonie americane. Si tratta di una ricerca condotta per comprendere perché le colonie di api mellifere abbiano problemi di salute e come intervenire: l’impollinazione vale ogni anno dai 10 ai 15 miliardi di dollari.
“L’alto tasso di perdita di quest ultimi anni significa che gli
apicoltori si trovano a dover lavorare molto di più per ripristinare le
colonie costantemente”, ha spiegato Jeffey Pettis, entomologo alla Ussa e
coordinatore della ricerca. “Questo costa loro tempo e denaro. Abbiamo
urgente bisongo di trovare delle soluzioni per ridurre le perdite sia
d’inverno che d’estate”.